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Cabine telefoniche, casa per clochard: a Milano i nuovi monumenti al degrado

Giorgia Petani
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Era il lontano 1952 quando in piazza San Babila, per iniziativa della concessionaria Stipel, venne installata la prima cabina telefonica stradale italiana. Da allora le cabine telefoniche hanno segnato la vita di ogni cittadino. L'attesa, i gettoni prima e le monete da inserire poi. Ma oggi, che fine hanno fatto le vecchie cabine telefoniche? Sono diventati luoghi «che attirano solo degrado», tuona il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Francesco Rocca. Eppure, un tempo, chiuse le porte pieghevoli, ci si sentiva al sicuro nel raccontare i propri segreti a chi stava dall’altra parte della cornetta. Chiamare era un atto romantico. Dentro a quella scatola rossa intere generazioni hanno digitato il numero dell’amica, della mamma o del fidanzato. Ora, nonostante il loro fascino che continua ad attrarre i più nostalgici, le vecchie cabine telefoniche stanno diventando sempre più rovinate e obsolete. La maggior parte sono arrugginite, ricoperte di scritte e sporche. In molti casi rimangono abbandonate o soggette a vandalismo, rappresentando un problema per la sicurezza e l’immagine della città.

Le storiche cabine rosse, un tempo utilizzate dai cittadini per chiamare e inviare perfino messaggi, sono ora solo un lontano e opaco ricordo di una Milano che non c'è più. I manufatti vengono ormai utilizzati come bagni pubblici a cielo aperto e rifugi per persone senza dimora. All’interno vengono nascosti indumenti, tra cui giacche e pantaloni, valigie, cartoni e sedie. Le cabine telefoniche sono diventate delle vere e proprie dimore per senzatetto e delinquenti, che in alcuni casi le vandalizzano rompendo vetri e pareti. In viale Campania all’angolo con Corso 22 marzo c’è una cabina completamente distrutta. Inoltre, i vetri ancora a terra rappresentano un rischio per la sicurezza dei cittadini che calpestandoli potrebbero farsi male. Ma le cabine non sono solo rifugi per senza tetto e delinquenti: «è noto che vengono utilizzate per nascondere cose rubate e per lo spaccio di droga», sottolinea Rocca.

 

 

Per il consigliere si tratta di una «situazione inaccettabile», poiché la maggior parte delle cabine telefoniche sorge in luoghi centrali della città, come nel caso delle due cabine telefoniche nei pressi del Tribunale di Milano, in via Larga. In particolare, «ce n’è una in cui dorme da tempo un senza tetto. La sedia è sempre lì, così come i cartoni in quella di fronte», osserva. Sono lontani i tempi in cui si correva al tabaccaio per acquistare le tessere per chiamare. È un ricordo sbiadito che oggi lascia tanta desolazione in chi le guarda. «Che peccato vederle così ridotte. Un tempo erano il simbolo della città. Erano fondamentali», afferma la dipendente di un negozio in via Larga. D’altronde, situazioni del genere si verificano in assenza di controlli e misure di prevenzione. Secondo il consigliere di Fratelli d’Italia, «è palese che manchi un serio e chiaro progetto di riqualificazione. Non è possibile che questi vecchi manufatti vengano lasciati in uno stato di totale abbandono», commenta Rocca. Infatti, molte delle cabine telefoniche sorgono davanti a monumenti importanti come chiese e palazzi, ed «è assurdo che si faccia finta di niente», commenta ancora Rocca, per il quale bisogna «intervenire subito».

 


La soluzione «è semplice. Bisogna rimuoverle. Il Comune», prosegue Rocca, «non può affermare di non avere competenza sul tema, perché queste cabine sono installate sul territorio comunale», sottolinea il consigliere, che ha poi annunciato che in merito alla questione «a breve farò un’interrogazione per capire quale sia l’intenzione, perché sicuramente non possono restare così». Intanto, «voglio sapere se il sindaco Sala sia a conoscenza di questa situazione», perché «in Consiglio non se ne è mai discusso». A pensare invece al destino delle cabine telefoniche è stata proprio Tim, che lo scorso settembre aveva annunciato l'installazione di 2500 nuove cabine in Italia, di cui circa 450 a Milano. Le «stazioni intelligenti», realizzate in collaborazione con Urban Vision, erano state presentate in anteprima da Pietro Labriola, Ad del Gruppo Tim.

 

 

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