Milano, belve 16enne accoltellano un uomo: il video-choc

di Alessandro Aspesisabato 12 luglio 2025
Milano, belve 16enne accoltellano un uomo: il video-choc
3' di lettura

Corpulenti e spietati. Questo l’identikit dei due sedicenni di origine nordafricana fermati con l’accusa di tentato omicidio e rapina aggravata a seguito dell’accoltellamento di un 32enne, ora in gravissime condizioni, avvenuto nella notte tra martedì e mercoledì in via Fulvio Test. I due italiani di seconda generazione, localizzati dalla polizia a Cinisello Balsamo, sarebbero infatti ben lontani dallo stereotipo del classico “maranza”. In questo caso gli agenti non si sarebbero trovati dinnanzi a dei ragazzini smilzi e inesperti ma a dei veri e propri pesi massimi, tanto che uno di loro arriverebbe addirittura a 110 kg. Entrambi poi dimostrerebbero molto più della loro età non solo fisicamente ma soprattutto in quanto a curriculum criminale. I due avrebbero infatti una lunga serie di precedenti specifici per reati di rapina e lesione. Uno dei due giovani sarebbe anche destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per un’altra rapina. Ma non solo. I due rapinatori sarebbero personaggi spietati. Il 32enne vittima della loro aggressione, che ora versa in fin di vita, sarebbe stato pugnalato alle spalle quando già gli era stato rubato il borsello.

Uno dei due nordafricani, non essendo riuscito a recuperare nulla di valore, sarebbe infatti tornato indietro ad accoltellare alla schiena la sua vittima per rabbia, come volesse sfogarsi della rapina andata male. A individuare i due sedicenni sono stati gli investigatori della terza sezione Omicidi e i “Falchi” della sesta sezione “Contrasto al crimine diffuso” della Squadra Mobile, guidata da Alfonso Iadevaia. Fondamentali per le indagini si sono rivelati i sistemi di videosorveglianza della zona. Gli investigatori, partendo da alcuni frame, hanno confrontato le immagini con quelle di tutti i minori noti per questo tipo di reato nel Commissariato Greco Turro. In più, durante le perquisizioni, gli agenti della squadra mobile hanno trovato anche gli abiti usati per l’aggressione ancora sporchi di sangue. I nordafricani, uno dei quali porta un cognome italiano, pur avendo la residenza con i loro genitori vivevano da sbandati dormendo sempre fuori casa da amici. Ora sono rinchiusi nel carcere Beccaria a disposizione della magistratura che valuterà il caso. Tutto è iniziato nella tarda serata tra martedì e mercoledì. Due fratelli italiani di 32 e 37 anni stanno aspettando il tram 31 in via Fulvio Testi all’altezza del civico 280, nei pressi dell’incrocio con via Chiese. I giovani sono tranquilli e di ritorno da un concerto a Sesto San Giovanni.

Non possono certo immaginare che nel giro di pochi istanti si troveranno a combattere per la propria vita. All’improvviso infatti spuntano dal nulla 3 individui di origine nordafricana. La situazione si fa subito drammatica. Gli extracomunitari vogliono rubare un borsello, sperano forse di trovare denaro a sufficienza per risolvere la serata. I due però non hanno nessuna intenzione di cedere. E così dalle minacce si passa alle mani fino a quando, d’improvviso, spunta un coltello. Il fratello più piccolo, di 32 anni, viene colpito alla schiena per punizione. Il giovane, seppur cosciente, comincia a barcollare per poi accasciarsi al suolo. Le sue condizioni appaiono subito molto critiche. Qualcuno chiama chiamato i soccorsi e nel giro di pochi minuti giungono sul posto due equipaggi del 118. Il ferito viene stabilizzato dove si trova, muoverlo senza adottare le necessarie precauzioni potrebbe essergli anche fatale.

CODICE ROSSO
Poco dopo il 32enne viene caricato sull’ambulanza e portato in codice rosso all’ospedale San Gerardo di Monza. Riccardo De Corato, ex vice sindaco delle passate giunte di centro destra a Milano, non è stupito dall’efferatezza dell’accoltellamento di Fulvio Testi. «È una cattiveria che nasce dall’assenza delle istituzioni» spiega De Corato «quando a Milano c’erano i 450 militari di “strade sicure” a certe persone bastava vedere una divisa e qualsiasi idea criminosa gli passava subito dalla mente».

L’esponente di FdI ricorda infatti che il Questore del capoluogo lombardo in quegli anni aveva registrato un 40% dei reati in meno. «Poi è arrivato Pisapia, i militari sono stati rimandati a casa e il risultato è sotto gli occhi di tutti» spiega De Corato raccontando che vorrebbe vedere una nuova operazione ‘strade sicure’ ma di essere certo che non accadrà mai fino a quando a Milano ci saranno il sindaco Sala o Majorino. De Corato passa poi a criticare il Protocollo d’intesa che regolamenta la presenza dell’Imam Dahmane Abdullah Tchina nell’Istituto di pena minorile Beccaria per favorire la preghiera e il dialogo. «L’unica cosa che serve è insegnare in modo chiaro il rispetto della legge».

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