Inchiesta Milano, stoccata contro la Procura: "Giudizi morali "

di Massimo Sanvitogiovedì 24 luglio 2025
Inchiesta Milano, stoccata contro la Procura: "Giudizi morali "
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La partita si gioca al settimo piano del Tribunale di Milano: è il giorno degli interrogatori preventivi per i sei indagati di punta della maxi-inchiesta sull’urbanistica della metropoli. Ci sono i Carabinieri a presidio del corridoio: l’ingresso ai cronisti è vietato. Il primo a sedersi di fronte al gip Mattia Fiorentini è Giuseppe Marinoni, l’ex presidente della Commissione Paesaggio accusato di corruzione, falso e induzione a dare o promettere utilità. Si avvale della facoltà di non rispondere (parlerà solo nel dibattimento), mentre il suo avvocato, Eugenio Bono, consegna al giudice una memoria difensiva di sei pagine che non lesina critiche verso i toni della procura. Secondo il legale, negli atti, ci sono «giudizi morali» più che «elementi concreti» e la «sproporzionata ampiezza dell’indagine» è stata «impostata come un processo alla speculazione edilizia nei confronti dell’intera città di Milano». Ergo: «Non si arresta una persona per esprimere lo sdegno della società civile». Il documento contesta inoltre la richiesta del carcere per l’architetto: Marinoni, è la tesi della memoria, si è dimesso ad aprile dalla commissione e al momento non ricopre alcuna carica pubblica, dunque non ci sarebbe alcun rischio che «possa commettere reati della stessa specie».

Il diretto interessato parla con la stampa: «Quando dovesse essere risolto tutto tra cinque anni, vi voglio qui, non unicamente quando serve rimestare il pentolone, ma anche quando si saranno chiarite molte cose. È già tre anni che andiamo avanti, che sono indagato. Ho letto le carte e sono sereno perché mi fido della giustizia italiana». E i presunti conflitti d’interesse? «I magistrati dicono di sì e sarà mio compito dimostrare di no».

Poi tocca a Giancarlo Tancredi, il dimissionario assessore alla Rigenerazione Urbana del Comune di Milano, per cui la procura chiede i domiciliari. Anche lui è accusato di corruzione, induzione indebita e falso. Risponde a tutte le domande, per un’ora e mezza, e decide di sospendersi dall’incarico di dirigente comunale «per motivi personali». «Sono assolutamente estraneo a qualsiasi episodio corruttivo, ho sempre agito correttamente. Nell’interesse del Comune», è la sua linea difensiva. Quanto al rapporto con Marinoni, dichiara di non averlo mai voluto favorire e di non avere inoltre mai lavorato «peri propri interessi» e di non aver mai preso «utilità». Tancredi non scarica alcuna responsabilità sul sindaco, anzi lo difende. Per il resto, ciò che dice al gip è la fotocopia dell’intervento in Consiglio comunale di lunedì. In più, spiega il suo avvocato Giovanni Brambilla Pisoni, ci sono alcune sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, la delibera di giunta con il conferimento sul tema “porte” a Marinoni, un protocollo d’intesa sugli snodi, la revisione del Pgt e la manifestazione di interesse per un partenariato pubblico-privato a cui Tancredi avrebbe dato parere negativo. Viene tutto depositato.

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È il turno dell’architetto Federico Pella, che due giorni fa si è dimesso dalla società J+S. È accusato di corruzione, induzione indebita e falso per i suoi presunti rapporti illeciti con Marinoni e i pm, per lui, chiedono il carcere. Risponde a tutte le domande e presenta una memoria difensiva. Ed ecco Manfredi Catella - assistito dal professor Francesco Mucciarelli e dagli avvocati Paola Severino e Adriano Raffaelli -, fondatore e ad di Coima: «Ho risposto a tutte le domande e il giudice mi ha dato l’opportunità di spiegare, ho risposto come volevo, tutto quello che potevo dire l’ho detto», dice ai giornalisti dopo le due ore di faccia a faccia col giudice (a cui è stata presentata una relazione «corredata delle evidenze documentali fattuali a supporto dell’insussistenza dei presupposti dei capi di imputazione») per difendersi dalle accuse di corruzione e induzione indebita (rischia i domiciliari) nell’ambito della riqualificazione del Pirellino.

Oltre ai quattro citati, coinvolti (per corruzione) anche l’architetto Alessandro Scandurra, ex membro della Commissione Paesaggio, e l’imprenditore di Bluestone, Andrea Bezziccheri. Quest’ultimo ieri ha risposto alle domande del gip accompagnato dal suo avvocato Andrea Soliani che ha presentato una memoria difensiva per ricostruire i rapporti economici con l’ex vicepresidente della commissione paesaggio Alessandro Scandurra.

Bezziccheri ha dichiarato ai pm: «Non ho mai corrotto attraverso delle parcelle Scandurra e la commissione paesaggio». Quanto a Scandurra, al gip avrebbe spiegato di non aver mai fatto «nulla contro gli interessi pubblici», di aver lavorato con correttezza e per «amore» della città e di aver seguito le indicazioni ricevute in relazione ai conflitti di interesse. Settimana prossima la decisione del gip sulle richieste di custodia cautelare per i 6 indagati. 

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