Stefano Boeri, la difesa: "Incresciosa diffusione di conversazioni private. A Beppe Sala nessuna minaccia"

sabato 26 luglio 2025
Stefano Boeri, la difesa: "Incresciosa diffusione di conversazioni private. A Beppe Sala nessuna minaccia"
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Ora parla Stefano Boeri, finito al centro non solo dell'inchiesta sull'urbanistica a Milano (dove è indagato), ma anche di una polemica mediatica innescata dalla diffusione di alcune conversazioni private che, secondo lui, sarebbero state rese pubbliche senza alcun contesto e prima ancora che lui o i suoi avvocati ne fossero a conoscenza. Lo ha sostenuto attraverso un lungo intervento pubblicato sui suoi canali social. Le conversazioni a cui fa riferimento, ovviamente, sono gli sms scambiati con Beppe Sala.

"Nei giorni scorsi sono stato oggetto di una violenta campagna diffamatoria, dovuta in particolare alla diffusione di una serie di frammenti decontestualizzati di miei messaggi privati, trasmessi agli organi di informazione prima che ai miei legali e al sottoscritto. Una situazione incresciosa, non nuova in Italia, che sull'onda di un processo mediatico trasforma in colpevole chi, come nel mio caso, è semplicemente coinvolto in un'indagine preliminare", scrive Boeri, attualmente tra gli indagati nel nuovo filone investigativo sull’urbanistica avviato dalla Procura di Milano. Insomma, Boeri se la prende con i magistrati. Proprio come Beppe Sala nel corso del suo intervento in Consiglio comunale dello scorso lunedì. Toh, la sinistra che scopre alcuni metodi delle toghe...

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Tant'è, Boeri ha poi spiegato il motivo del suo iniziale silenzio pubblico: "Resto convinto che l'unica sede di un qualsiasi processo giudiziario debba essere il Tribunale. Per questo ho deciso nei giorni scorsi di non rilasciare dichiarazioni o interviste, lasciando ai miei avvocati, nel rispetto del lavoro della magistratura, il tempo necessario per istruire una solida difesa", afferma. Tuttavia, Boeri ha anche ammesso che il suo riserbo potrebbe aver favorito interpretazioni distorte: "Mi sono tuttavia reso conto che questo mio silenzio ha lasciato spazio a troppi dubbi e malevole interpretazioni. Su molti media, dei frammenti di miei messaggi sono stati infatti pubblicati e tra loro montati in modo pretestuoso, senza alcun riferimento al contesto in cui erano stati formulati, così da suggerire un'immagine totalmente distorta della mia vita professionale e della mia storia privata. Il warning espresso in un mio messaggio al sindaco di Milano non era una minaccia, ma invece un vivo allarme per l’operato della Commissione Paesaggio del Comune, che continuava a bocciare il progetto della nostra Torre Botanica adducendo ragioni che non avevano nulla a che vedere con i compiti attribuiti alla Commissione stessa", spiega riferendosi al contenuto più controverso tra quelli diventati di pubblico dominio nei giorni scorsi.

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E ancora, nel post, Boeri ribadisce il suo legame con la città di Milano e l’importanza di una visione costruttiva, anche nel dibattito sulla trasformazione urbana: "Amo questa città. Sono un architetto e non un cementificatore", rimarca. "Certamente - riprende - oggi serve una più incisiva politica di redistribuzione delle ricchezze che Milano attrae - e troppo spesso concentra in spazi e ambienti ristretti ed esclusivi. Ma certo - al netto di una opportuna indagine su eventuali illegalità - non serve all'Italia la demolizione di un modello, quello milanese, di governo della complessità urbana. Un modello che da almeno venticinque anni ha saputo produrre, grazie ad una serie di straordinarie accelerazioni, ricchezza per un intero Paese", conclude Stefano Boeri.

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