È andata come da copione. I rom di Chiesa Rossa, nonostante un mandato di sfratto con data 30 settembre (la prima scadenza era fissata al 14 giugno...), sono ancora tutti al loro posto. Nel loro campo, dove nessuno è in regola coi pagamenti e tre minori su quattro non vanno a scuola con regolarità.
Lo sgombero, se mai arriverà, è stato rimandato. La metà della settantina di famiglie residenti continua a sperare che il Comune di Milano cada nella trappola tesa dagli stessi (ex) nomadi, ovvero l’autogestione affidata a una cooperativa che faccia del campo “un modello abitativo ecologico, dignitoso e comunitario”. Le valutazioni sono in corso ed è per questo che non sono ancora scattati i lucchetti al Villaggio delle Rose.
A voler fare un paragone, sta procedendo molto peggio rispetto a quanto andò in scena nel luglio del 2024 in via Bonfadini. E ce ne voleva... Nel campo dei sinti abruzzesi, quando scattò l’ora x, le forze dell’ordine trovarono solo una manciata di famiglie: nonostante i proclami della vigilia, fecero poca resistenza e tempo un paio d’ore tutti ritirarono le chiavi di casa gentilmente offerte dal Comune.
In Chiesa Rossa, invece, la comunità è più unita e soprattutto meno incline a vivere in appartamenti popolari come fanno migliaia di famiglie milanesi. Vogliono in concessione i terreni su cui hanno praticato ogni genere di abuso – costruzioni di immobili abusive, allacci alla corrente irregolari, fogne non più a norma, sversamenti di rifiuti – per continuare a fare come gli pare sotto lo scudo di una fantomatica “rom -coop”.
Magari le trattative con l’amministrazione non porteranno a nulla, e ce lo auguriamo visto il ventennio di soprusi, ma il solo fatto che si sia organizzato un tavolo con chi ha trasformato un’area pubblica in Fort Apache rende bene l’idea del buonismo strisciante che continua a guidare questa giunta. «Superare i campi non significa distruggere comunità ma valorizzare e riqualificare ciò che esiste», ripetono i rom. La domanda è lecita: se fino a oggi non hanno pagato utenze e bollette, chi mai potrebbe pensare che la musica cambierebbe nel momento in cui andasse in porto l’autogestione? A parte la sinistra, s’intende...