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Milano, il Comune a caccia di privati per restaurare i suoi monumenti

di Andrea Parrinogiovedì 25 dicembre 2025
Milano, il Comune a caccia di privati per restaurare i suoi monumenti

3' di lettura

Il Comune di Milano è a caccia di sponsor tecnici. Il motivo? Restaurare e riqualificare monumenti, fontane ed elementi architettonici in giro per la città. L’avviso pubblico è rivolto non solo a operatori privati ma anche pubblici, che potranno essere coinvolti attraverso contratti di sponsorizzazione tecnica. Gli sponsor avranno poi la possibilità di proporre e realizzare interventi finanziandoli integralmente, senza oneri per il Comune, ottenendo in cambio un ritorno di immagine. A tessere le lodi per questo bando ci ha pensato Gaia Romani, assessora coimunale ai Quartieri e al Decentramento. «Prendersi cura del patrimonio artistico e culturale della nostra città significa custodire l’identità stessa di Milano», afferma la Romani. Per ora, i manufatti su cui si dovrà intervenire sono 16, divisi in cinque schede diverse (A, B, C, D, E). La scheda A, dedicata a monumenti e fontane, prevede il restauro del bronzo del Grande Disco in piazza Filippo Meda, la riqualificazione della fontana di piazza Bausan e l’intervento conservativo sulla fontana dei Giardini di via Vigoni.

Per quanto riguarda i monumenti storico-artistici, facenti parte della scheda B, il Comune ha indicato il monumento a Giuseppe Missori, la colonna di San Pietro Martire in piazza Sant’Eustorgio e il monumento dedicato ad Andrea Verga in largo Richini. Passando poi per la scheda C, che unisce monumenti e lavori sul verde, si prevedono interventi sul monumento a Francesco Hayez e su quello dedicato a Francesco Baracca nel piazzale omonimo. Sono previsti lavori anche nei giardini Indro Montanelli e in piazza Buonarroti, indicati nella scheda D. Il Comune di Milano ha poi voluto selezionare tre opere, considerate simbolo della città, su cui sarà necessario intervenire con lavori di riqualificazione. Stiamo parlando del monumento a Leonardo Da Vinci in piazza della Scala, quello a Napoleone III al Parco Sempione e il gruppo scultoreo Alle Voloire in piazza Perrucchetti, compresi nella scheda E. Questi monumenti dovrebbero avere il ritorno d’immagine più alto, pari a 192.360 euro. Se richiesto, poi, gli interventi saranno sottoposti all’autorizzazione della Soprintendenza, a tutela del valore storico-artistico dei beni.

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Però c’è anche chi vede delle storture in questo progetto. Uno di questi è Massimiliano Finazzer Flory, celebre regista e attore italiano, critico rispetto all’idea del Comune. «La qualità dei bandi è spesso scadente perché rispecchia un quadro fiscale sfavorevole per le imprese», sostiene Finazzer, «le quali sono stanche di essere solo sponsor. Vogliono partecipare attivamente», sottolinea il regista, «ed essere dei veri e propri partner». Un’opinione non dissimile quella di Samuele Piscina, consigliere comunale della Lega. «Il Comune ha aperto un bando per cercare sponsor privati», sottolinea l’esponente del Carroccio, «con cui riqualificare monumenti e fontane della città. Peccato che molti di questi beni siano stati deturpati proprio dagli attivisti di Extinction Rebellion, gli stessi ‘amici green’ della sinistra di Sala, Verdi e Partito Democratico, mai realmente condannati da questa amministrazione. In ogni caso, ben venga se i privati hanno voglia di spendere soldi per riqualificare i monumenti. Con un bilancio che segna +400 milioni mi chiedo dove andranno questi soldi che arrivano da multe e tasse. Evidentemente è più importante disegnare una ciclabile insicura rispetto a salvaguardare la bellezza e il decoro della città».

Un’altra voce che si fa sentire è quella dell’architetto, Joseph Di Pasquale: «Mi sembra un’ottima cosa che il Comune intenda sensibilizzare e coinvolgere gli operatori privati e pubblici nel decoro e nella cura dello spazio pubblico e dei suoi valori simbolici e morali che si concretizzano nei monumenti. Mi auguro», continua l’architetto, «che nella selezione dei soggetti privati non si attinga solo dal mercato del lusso per non esasperare la pessima tendenza di Milano nel rappresentarsi sempre più “esclusiva” e quindi necessariamente sempre meno “inclusiva” (il che tradisce la sua più profonda identità). Inoltre, auspico che il “ritorno di immagine” venga consentito ai privati nella loro comunicazione», continua il professionista, «ma non si materializzi in targhette pubblicitarie giustapposte ai monumenti. Non sarebbe elegante né decoroso per Milano far diventare Leonardo Da Vinci o Giuseppe Missori dei testimonial per un supermercato.