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La Stampa contro Matteo Renzi: "Ha davanti tre strade, tutte sbagliate"

Lucia Esposito
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Renzi è un premier debolissimo. Nonostante la vittoria di ieri che gli ha permesso di portare a casa la nuova legge elettorale, resta un premier debole soprattutto perché non è stato eletto dal popolo e perché ha ormai alle spalle un partito spaccato. Nel suo commento oggi su La Stampa, Giovanni Orsina, spiega come Renzi abbia davanti tre strade e tutte ugualmente pericolose per lui e per il suo governo. Quella delle riforme etiche, (come ha fatto Zapatero in Spagna) una strada che il presidente del Consiglio ha aperto con l'approvazione del divorzio breve, è una strada abbastanza facile perché non sarebbe difficile raccogliere una maggioranza. "Ma questa ipotesi presenta delle controindicazioni: accenderebbe lo scontro ideologico su un terreno che finora il Presidente del consiglio ha mostrato di non voler radicalizzare; allontanerebbe Renzi dall'elettorato moderato al quale Renzi ha dato mostra di essere molto interessato". Inoltre, seguire la via delle riforme etiche comprometterebbe i rapporti con i centristi che pure il premier corteggia tenacemente.  Economia e riforme - Un'altra possibilità che molti suggeriscono a Renzi  è quella dell'economia, sull'onda dei dati che stanno diventando più incoraggianti. Ma, osserva Orsina, è una strada pressoché impraticabile. "Pesa la debolezza del governo che è lecito dubitare sia in grado di raccogliere una maggioranza parlamentare attorno a provvedimenti politici incisivi". La terza strada è quella della riforma del Senato. Dopo le regionali Renzi potrà percorrerla o cercando di riavvicinarsi a Berlusconi ridando vita a una sorta di Nazareno 2.0  o "ripristinando la sintonia con la sinistra del suo partito". Ma questa potrebbe essere per lui la mossa fatale che, Orsina definisce "autolesionista". "Non è affatto detto che proprio su questo punto #lasvoltabuona non porti diritto in un burrone. 

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