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Abruzzo, la profezia di Paolo Becchi: "Salvini e Lega pigliatutto, cosa succederà adesso"

Giulio Bucchi
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Riproponiamo l'analisi di Paolo Becchi pubblicata su Libero lo scorso 8 febbraio sul voto regionale in Abruzzo e la prospettiva di una Lega egemone. Una profezia che si è realizzata in tutto e per tutto alle urne. Domenica si vota in Abruzzo. Una Regione con quasi un milione e mezzo di abitanti, centrale dal punto di vista geografico ma economicamente molto legata all' Italia meridionale. Le votazioni in questa Regione sono il primo vero test elettorale dopo le elezioni politiche. E questo spiega perché Centrodestra, Centrosinistra e il Movimento Cinque Stelle diano così tanto peso a queste elezioni. Che cosa è veramente in gioco? Che cosa spinge in particolare Matteo Salvini ad andare ben sette volte in questa Regione ed ora, già presente sul territorio, a fermarsi lì sino a un giorno prima del voto? Che cosa spinge Berlusconi a scendere anche lui nella Regione per partecipare (oggi a Pescara) a un evento e con Salvini e Meloni e farsi una foto insieme? Leggi anche: "Quanto prende la Lega se va con Berlusconi". Salvini, il sondaggio-choc Partiamo da questa ultima domanda che è la più semplice. È ovvio, Berlusconi vuol dare l' impressione che nulla sia cambiato, che il Centrodestra è sempre quello di un tempo e che vince quando è unito. Parole. In realtà Berlusconi si è mosso perché se Forza Italia in queste elezioni regionali finisce sotto la soglia del 10% questo vuol dire che il processo di esaurimento del suo partito è ormai irreversibile. I sondaggi gli dicono che potrebbe anche farcela a sfiorare quella soglia ed è per questo che Berlusconi ha deciso di partecipare alla chiusura della campagna elettorale. Ma questo sarà eventualmente solo un piccolo segnale di vita del suo partito. Salvini può aspirare a portare le Lega oltre il 25% dei consensi e quindi ormai il confronto con Berlusconi non esiste più. Berlusconi cerca solo di salvare la faccia. Ma se le cose stanno già in questi termini cosa spinge Salvini a impegnarsi in un partita di fatto già vinta? Teme forse che il candidato del Centrosinistra, persona di indubbio valore, possa mettere a rischio la vittoria del Centrodestra? Non credo, ma non credo neppure che vincerà il Centrodestra. Il candidato - Certo, a vincere formalmente sarà quella coalizione, con un successo personale di Meloni, perché il candidato scelto come Presidente, il Senatore Marco Marsilio, è tra i fondatori di Fratelli d' Italia, e da abruzzese di origine ha accettato il compito di ritornare nella sua Regione e di guidarla. Ma la vittoria politica sostanziale sarà quella di Salvini e di una Lega che nelle precedenti regionali in Abruzzo tanto era mal messa che decise di non partecipare alle elezioni. Di fatto in caso di vittoria sarà la Lega a governare la Regione. Tutto questo però ancora non spiega un dispiegamento di forze così massiccio: non solo Salvini, ma quasi tutta la Lega di "lotta e di governo" si stringerà intorno al suo capo. Perché Salvini ha "costretto" parlamentari della Lega di ogni Regione d' Italia a venire in Abruzzo a sostenerlo? E perché lui di persona batterà in particolare Pescara sino all' ultimo minuto di questa campagna elettorale? Il programma - Ma è evidente. Una vittoria della Lega in una Pescara dove il M5S ha grandi consensi sarebbe una vittoria della Lega sul M5S Come che sia, il M5S arriverà terzo, ma potrebbe dire di essere comunque il primo partito, che perde perché ha il coraggio di correre da solo. Se però la Lega da sola dovesse superare nei voti il M5S allora questo significherebbe che può anche diventare il primo partito in Italia. Ecco perché queste elezioni regionali diventano di fatto importanti a livello nazionale. In caso di una vittoria schiacciante di Salvini su tutti i fronti l' Abruzzo farà da apripista per le prossime elezioni regionali in Sardegna e in Basilicata e se anche in questi territori la Lega avrà successo si creeranno tutti i presupposti per la sua affermazione anche alle elezioni europee. Ma solo i presupposti, per vincere alle elezioni europee ci vorrebbe un programma. E questo programma ancora non c' è. di Paolo Becchi

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