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Banche, bail-in e ricatto all'Italia, Paolo Becchi: "Tria, informazioni riservate. Cosa può succedere ora"

Giulio Bucchi
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Il "ricatto tedesco" all'Italia sulle banche e il bail in denunciato da Giovanni Tria? "Non è una novità purtroppo, ormai da anni siamo sotto il ricatto dei mercati, della Banca centrale europea e soprattutto della Germania". Paolo Becchi, intervistato dal sito LoSpecialeGiornale commenta la confessione del ministro dell'Economia legandola a quanto già accaduto nel 2011, con lo spread e il golpe finanziario. Ma perché Tria ha voluto diffondere queste "informazioni riservate"? "Forse pensa che potrebbe avvenire qualcosa di simile anche in un prossimo futuro che magari possa riguardarlo personalmente e ha voluto mettere le mani avanti", sospetta Becchi, secondo cui in ogni caso si conferma come l'Italia sia "un Paese a sovranità limitata. Non soltanto siamo costretti a sottostare ai diktat dei mercati, ma addirittura a quelli del governo tedesco". Leggi anche: "Cosa serve oggi all'Italia". Il presidente delle banche massacra Renzi e Mogherini L'ipotesi, terrificante, è che quel ricatto possa ripetersi: "Ma quello che più sconcerta è il silenzio dei media su questa vicenda". In ogni caso, la palla ora passa al governo italiano che può provare a cambiare le regole del sistema: "Perché non iniziamo ad introdurre i minibot, visto che sono previsti anche nel contratto di governo? Perché non si discute più di abolire il pareggio di bilancio?". Aspettare le elezioni europee convinti che tutto cambierà da giugno, conclude Becchi, è un grave errore: "Per proporre l'abolizione dell'obbligo del pareggio di bilancio in Costituzione anche attraverso referendum, non serve attendere i destini della Ue". 

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