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Vittorio Feltri, Genovese, Gaia e Camilla: "Non è colpa solo dell'autista, perché nessuno può essere assolto"

Giulio Bucchi
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Si sono svolti i funerali delle due sedicenni travolte e uccise da un'auto impazzita, guidata da un ventenne scriteriato. Siamo tutti sconvolti dalla morte delle due ragazze. Una vicenda assurda, la loro, che con i nostri criteri di giudizio non riusciamo a capire. Ci sono tanti perché che meritano un risposta finora mancata. Il giovane al volante, Pietro Genovese, è stato arrestato per duplice omicidio stradale, ancora prima di essere processato, e già questa ci sembra una forzatura per quanto giustificata dal fatto che egli guidasse in stato di ubriachezza, senza contare la droga cui era assuefatto. Motivi per punirlo non mancano, per carità. Però attenzione. Anche le fanciulle non sono innocenti. Alla loro età non si va in giro di sera tardi, e i genitori hanno sbagliato a non trattenerle a casa evitando i rischi che corrono gli adolescenti lasciati liberi di scorrazzare dopo una certa ora per le metropoli insidiose.  Leggi anche: "I tossici uccidono per strada e lo Stato liberalizza la droga" A mezzanotte, quando si è poco più che bambine, è meglio stendersi tra le lenzuola che sull'asfalto di Corso Francia. Va specificato che le amichette in libera uscita hanno attraversato la strada col semaforo rosso, dopo aver scavalcato pericolosamente le limitazioni metalliche. Non si fa. Non bisogna farlo se non si vuole rischiare la vita. Invece loro hanno azzardato a compiere un salto nel buio e l'auto che sopravveniva ad alta e criminale velocità le ha falciate uccidendole sul colpo. Il conducente della vettura, completamente fuori di testa, rimbambito dall'alcol, non ha neppure tentato di frenare e di schivare Gaia e Camilla, decedute sul colpo. Ma la dinamica del grave incidente è tale che nessuno dei protagonisti della sciagura può essere assolto. Cretino lui e irresponsabili le vittime. Purtroppo succede frequentemente che dopo l'imbrunire accadano incidenti di questo tipo, non si comprende come mai due povere fanciulle abbandonate dalla famiglia vaghino indisturbate alle ore piccole nei centri urbani, e come mai un giovanotto abbia facoltà di sfrecciare in automobile a cento all'ora senza preoccuparsi dei disastri che può combinare. Ecco la ragione per cui ce la prendiamo con ogni protagonista della tragedia. di Vittorio Feltri

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