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Vittorio Feltri, l'ipotesi di un patto tra Salvini e Renzi: "Se lo fanno, non ce n'è più per nessuno"

Marco Rossi
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Mi fido della dottoressa Alessandra Ghisleri perché le azzecca tutte da sempre. I suoi sondaggi scientifici non sono influenzati da simpatie o antipatie per questo o per quello schieramento politico. Costituiscono la voce della verità. Le ultime rilevazioni della signora sono illuminanti. Eccole: Salvini attaccato da tutti in modo sgangherato non ha nulla da temere. Non deve abbassare i toni che gli consentono di sfondare a livello popolare. Non si illuda la sinistra. Qualsiasi cosa accada la Lega resterà il primo partito e in caso di elezioni si confermerà tale per una ragione semplice: essa interpreta alla perfezione il sentimento comune mentre i suoi avversari si disperdono in chiacchiericci inconcludenti. I progressisti insistono nel cavalcare un presunto ritorno del fascismo che non c' è, oppure il razzismo altrettanto inesistente, per non dire l' odio, che è una loro specialità esclusiva, come dimostrano gli attacchi continuativi e stucchevoli nei confronti del Capitano. Leggi anche: "L'apice del mio disgusto": Vittorio Feltri contro Sanremo Un altro tema su cui si è concentrata Ghisleri è quello relativo a Italia Viva, che viene sottovalutata dal Pd per puro snobismo condito con una dose di supponenza che annebbia la vista di Zingaretti e soci. Matteo Renzi, secondo la sondaggista più brava sul mercato, gode di ampi margini di crescita e crescerà in quanto non ha peli sulla lingua ed è capace di contrastare il conformismo dominante. La sua battaglia avverso il guardasigilli Alfonso Bonafede, dilettante del diritto, artefice della abolizione della prescrizione, ha lasciato il segno e i cittadini più provveduti sperano che il fiorentino riesca a bloccare il provvedimento insulso e controproducente se non addirittura, a bocciarlo in toto, e a mandare a casa questo governo sfilacciato e privo di senso pratico. Renzi d' altronde, quando era presidente del Consiglio e propose l' abolizione del bicameralismo, aveva azzeccato la riforma istituzionale giusta, la quale non passò poiché i suoi numerosi nemici, che pure non erano contrari alla innovazione, non vedevano l' ora di farlo secco perché lo detestavano. Ora che gli storditi del M5S pretendono di ridurre il numero dei parlamentari tutti si sono accorti, conti alla mano, che la revisione comporterà un vantaggio economico irrilevante. Non sono pochi coloro che rimpiangono il premier dimessosi dopo il disastroso referendum. Il quale ex premier viene pertanto rivalutato e in caso di consultazioni minaccia di raggiungere il 10 per cento dei consensi, svuotando la cassaforte democratica. Ad oggi la situazione è questa. Se Salvini e Renzi si mettono d'accordo non ce ne sarà più per nessuno. Ad maiora. di Vittorio Feltri 

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