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Calderoli: "Sulla scortafini ci ha preso in giro"

Tolta la protezione alla casa di Bergamo dell'ex ministro leghista: "Ma gli estremisti islamici continuano a minacciarmi»

Matteo Legnani
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Via la scorta a Roberto Calderoli. L'ex ministro della Semplificazione aveva otto uomini tra carabinieri, poliziotti e finanzieri fuori dalla sua abitazione in quel di Mozzo, Bergamo. Il drappello restava lì giorno e notte, anche quando il leghista non c'era. La faccenda andava avanti dal 2006, dopo la storia della maglietta con le vignette satiriche sull'islam fatta vedere in tv. E ci è costata 900mila euro. Senatore, qui è Libero. La chiamiamo per la faccenda della scorta.  "Ahhh. Guardi, su questo argomento si fa tanta propaganda ma io le assicuro che sono tornato un uomo libero". Non esageri. "Giuro! Non tutti fanno così, ma tra quelli della scorta c'è chi ti segue passo passo. Ti chiede dove vai e cosa fai. Non è mica vita quella!". Ora gliel'hanno tolta. "Qualcosa in termini di sicurezza si perde, ma ci si guadagna in libertà personale. Comunque, a Roma me l'hanno tolta da alcuni mesi. Ora ho una macchina e due persone. Prima le macchine erano due". E a Bergamo? "La decisione è stata concordata una decina di giorni fa dal Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, nell'ottica di un ridimensionamento generale delle scorte. A tutti è stato abbassato di un grado il livello di sicurezza. Trovo che sia giusto". Dica la verità. Non è che le hanno tolto la scorta dopo le polemiche per la faccenda di Fini? "Ma no, non c'entra nulla". Il presidente della Camera ha prenotato per gli agenti nove stanze d'albergo a Orbetello per tutta la stagione. Anche quando non è nei paraggi.  "Se è vero che ha speso tutti quei soldi senza neanche andare al mare..." Certo che è vero. Non l'ha smentito nemmeno lui. "...be', è una presa in giro". Leggi l'intervista integrale di Matteo Pandini su Libero in edicola oggi 21 agosto

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