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Buttafuoco: "Lo dice la storia (e i miei libri), il mondo arabo vuole riprendersi il Mediterraneo"

Lo scrittore e giornalista commenta le tensioni in Medio Oriente: "I musulmani vogliono essere padroni dei propri spazi, e la democrazia occidentale non aiuta"

Giulio Bucchi
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di Marco Petrelli  “Il romanzo permette di esprimere concetti che il giornalismo non può affrontare perché sottoposto a forme di censura”. Così Pietrangelo Buttafuoco descrive i suoi romanzi, opere che parlano di storia ma forniscono anche chiavi di lettura per interpretare il presente. Con chi sta oggi il mondo arabo?   "Ritengo stia dalla parte del desiderio di tutte le popolazioni che si affacciano sul Mediterraneo di essere finalmente ‘padrone' della propria storia, cultura e dei propri spazi".  Ne Le Uova del Drago ricorre il tema del Mediterraneo libero dall'egemonia straniera. Un argomento ancora attuale?  "Don Ferraù ricorda a Muscarà il comune obiettivo di arabi e italo tedeschi di restituire il Mediterraneo ad arabi e latini, civiltà che fin dai tempi antichi hanno prosperato lungo le sue sponde e poi minacciate dal dominio britannico. Allora l'Inghilterra oggi la Nato: cambiano i nomi ma non l'incapacità di comprendere il tessuto sociale e storico di ciò che si vorrebbe dominare". L'azione Nato in Siria potrebbe mettere a rischio i rapporti tra comunità cristiane e musulmane?  "In Siria sopravvive un secolare equilibrio tra le due fedi. Singolare che oggi quell'equilibrio rischi di spezzarsi per via dell'Occidente democratico".  Nella sua ultima opera viene citato il comportamento ambiguo della Francia cristiana che si allea con il Sultano...  "Più che ambiguo direi frequente. La Francia del XVI secolo non disdegnò un'alleanza con Solimano per depredare le coste italiane. Nel 2003 Parigi oppone un netto rifiuto alla guerra in Iraq poi nel 2011 si precipitò ad intervenire in Libia".  Opinione diffusa è che la Francia abbia voluto colpire l'Italia sui rapporti commerciali e diplomatici con Tripoli…  "Beh vede, accantonata la flotta turca si è passati alle armi della diplomazia e della finanza".

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