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Matteo Salvini aggredito al campo rom, Loris Narda: "Ha tentato di uccidermi. L'auto sfasciata? Capita"

Giulio Bucchi
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"Il violento è Salvini, ho rischiato di morire sotto la sua macchina". Loris Narda, l'appartenente ai centri sociali che sabato mattina ha bloccato l'auto del leader della Lega Nord Matteo Salvini davanti a un campo rom a Bologna, venendone poi travolto, indossa i panni della vittima intervistato da Giuseppe Cruciani e David Parenzo a La Zanzara, su Radio24. "Valuteremo la denuncia a Salvini per tentato omicidio, andare a cinquanta all'ora con cinque persone davanti è molto grave".  "L'auto sfasciata? Cose che capitano" - Il giovane non è affatto pentito di aver inscenato la protesta, presto diventata estrema, a suon di sassi, calci e pugni che hanno sfondato il parabrezza dell'auto di Salvini: "Sono salito sulla macchina ma sono sceso dopo dieci secondi, volevo impedire a Salvini e al suo razzismo di raggiungere il campo rom. Lo rifarei e sono pronto ad andare in galera". A chi accusa di violenza lui e i suoi compagni di lotta, Narda (appartenente al Comitato antirazzista di Bologna) replica secco: "Io ero per terra, non ho tirato sassi e ho rischiato la vita. E' stato un puro caso che nessuno si sia spezzato la testa e le gambe. La macchina sfasciata? E' stata una reazione all'accelerata. Sono cose che succedono". "La Lega va messa fuorilegge" - La giustificazione lascia piuttosto perplessi: "Non è una macchina privata ma un'auto blu pagata coi nostri soldi, nessuno ha usato violenza nei suoi confronti. Eravamo tutti a volto scoperto senza niente in mano". Evidentemente, a giudicare da come è stata ridotta l'auto di Salvini, sono bastati scarponi robusti. L'obiettivo, altamente democratico, è uno solo: "La Lega va messa fuorilegge, Salvini fa campagne d'odio. Di notte i suoi sgherri di CasaPound danno fuoco ai campi rom e accoltellano chiunque abbia un'idea diversa".

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