D'Alema diserta la direzione del Pd per promuovere i suoi vini
La direzione del Partito Democratico? Molto meglio una serata enologastronomica. Massimo D'Alema, mentre al Nazareno volavano stracci tra la minoranza del Pd e Matteo Renzi, apriva bottiglie di rosé frizzante, con Sfide e Pinot nero e offriva ai suoi ospiti menù di tartare di manzo, ravioli di carne e stracotto. La serata, racconta Mattia Feltri su La Stampa, era stata organizzata dallo stesso D'Alema al ristorante Mamma Angelina di Roma da qualche settimana e Baffino non ci ha pensato minimamente di rimandare tutto viste le questioni che il partito era chiamato ad affrontare subito dopo l'accordo tra il suo segretario e il Cav. E così ha passato una piacevole serata circondato da un centinaio di amici, ristoratori, esperti, stampa specializzata e tre o quattro parlamentari (Luca Sani e Cristina Bargero) come lui più interessati ai retrogusti che ai retroscena. Del resto il vino, che D'Alema produce a decine di migliaia di bottiglie, va giù che è uno spettacolo, dice chi l'ha assaggiato. La segretissima cena è stata messa in piedi con la speranza di piazzare il prodotto in qualche ristorante e magari anche varcare le frontiere perché, ha spiegato subito dopo il brindisi d'apertura, l'invecchiamento - almeno nel settore enologico - è ancora un pregio.