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Ingroia: "Io come Falcone". La Boccassini: "Si vergogni"

Antonio Ingroia e Ilda Boccassini

L'ex pm si paragona all'eroe anti-mafia per le critiche ricevute dai colleghi. Ilda perde il controllo. Poi la controreplica: "Si informi"

Andrea Tempestini
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  Il cortocircuito delle toghe. Uno scontro all'arma bianca tra la toga che politica ha deciso di farla in prima persona (Antonio Ingroia) e quella che, invece, la fa dall'aula del tribunale di Milano, la rossa Ilda Boccassini. Il leader di Rivoluzione Civile, aspramente criticato da più fronti per la sua discesa in politica, si difende e rilancia ricordando che di Piero Grasso, candidato col Pd, non si parla quanto di lui.  Il paragone con Falcone - Il pm prezzemolino, poi, alza l'asticella e spara contro i colleghi magistrati, in prima fila nello stigmatizzare la sua avventura politica: "L'unica spiegazione che posso dare è che ho detto sempre quello che pensavo anche affrontando critiche, criticando a mia volta la magistratura associata e gli alti vertici della magistratura. E' successo anche ad altri più importanti e autorevoli magistrati, a cominciare da Giovanni Falcone. Forse non è un caso - ha concluso Ingroia - che quando iniziò la sua attività di collaborazione con la politica le critiche peggiori giunsero dalla magistratura. E' un copione che si ripete". Il macigno di Ilda - Il leader di Rivoluzione Civile, senza giri di parole, si paragona a Falcone, il magistrato eroe che fu ucciso dalla mafia nella strage di Capaci il 23 maggio 1992. Ed è qui che entra in campo la seconda toga, Ilda Boccassini, la paladina della crociata anti-Cav, in prima linea nel processo-spettacolo sulle notti di Arcore, e che con Falcone era unita da un profondo legame. Da Ilda, affidate al TgLa7 di Enrico Mentana, arrivano parole pesantissime: "Come ha potuto Ingroia paragonare la sua piccola figura di magistrato a quella di Giovanni Falcone? Tra loro esiste una distanza misurabile in anni luce. Si vergogni".  La replica di Antonio - Non si è fatta aspettare la controreplica dell'ex procuratore aggiunto di Palermo, ed è arrivata dagli schermi di Ballarò. Ingroia ha respinto le accuse della sua ex collega: "Probabilmente non ha letto le mie parole, si informi meglio. Io - ha aggiunto - non mi sono paragonato a Falcone, ci mancherebbe. Denunciavo soltanto una certa reazione stizzita all'ingresso dei magistrati in politica, di cui fu vittima anche Giovanni quando collaborò con il ministro Martelli. Forse basterebbe leggere il mio intervento".

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