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Elisa Simoni, la cugina di Renzi scarica il premier

Maurizio Belpietro
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Proprio nel giorno in cui Matteo Renzi ha incrociato per l'ennesima volta la spada con il segretario della Cgil, Susanna Camusso, un piccolo ma decisivo drappello del suo Pd stava tenendo una conferenza stampa nella saletta dedicata della Camera dei deputati. Decisivo perchè era il drappello del partito democratico che fa parte della commissione lavoro di Montecitorio, quella che deve dare l'imprimatur finale a quel Jobs act. Sul banco degli oratori il presidente della commissione, l'ex ministro del Lavoro, Cesare Damiano, il capogruppo Pd della stessa commissione, Maria Luisa Gnecchi, e Andrea Martella. I banchi della sala più che da giornalisti erano affollati da altri parlamentari della stessa commissione. Faceva un certo effetto vedere in prima fila annuire a molte delle cose che si dicevano e parlottare fitto con la sua vicina (Cinzia Maria Fontana) anche Elisa Simoni, che non solo è parlamentare del Pd fiorentino, ma è pure cugina di Renzi, con cui fece i suoi primi passi in politica, divenendo anche suo assessore nella provincia di Firenze. Qualche imbarazzo l'avrà pure provato quando la conferenza stampa è uscita dalla durezza dei toni sul jobs act per dare un appoggio evidente allo sciopero generale della Camusso contro Renzi. «Di scioperi personalmente», ha spiegato Damiano, «ne ho organizzati tanti: nazionali, regionali, provinciali, aziendali e anche a scacchiera. Me ne intendo. A ciascuno il suo mestiere. Il sindacato fa bene a fare il suo: organizzare scioperi e raccogliere il malessere sociale, convogliandolo verso degli obiettivi». Continua a leggere l'articolo di Franco Bechis su Libero in edicola oggi, venerdì 21 novembre   

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