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La badante del Trota: "C'è Maroni dietro il complotto per far fuori Bossi"

Monica Rizzi e Renzo Bossi

Monica Rizzi, prosciolta dall'accusa di aver fabbricato dossier contro gli avversari politici, vuota il sacco

Nicoletta Orlandi Posti
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Adesso che la sua vicenda giudiziaria è stata archiviata, la badande di Renzo Bossi si toglie i sassolini dalla scarpa. L'ex assessore regionale della Lombardia Monica Rizzi, indagata a Brescia con l'accusa di aver fabbricato dei dossier contro alcuni avversari politici, è stata prosciolta da ogni accusa e adesso ha deciso di raccontare i retroscena della bufera che si è abbattuta sul "cerchio magico" di Umberto Bossi. E in una intervista rilasciata al Fatto quotidiano fa nomi e cognomi. "Le accuse contro di me sono state studiate a tavolino e poi diffuse da giornalisti loro amici", denuncia la Rizzo che venne additata come falsa laureata, cacciata a colpi di ramazza da Maroni dalla Lega e costretta a dimettersi da assessore. La tutor del Trota sostiene che tutto questo venne pianificato dai "barbari sognanti": "Stefania Zambelli, vicesindaco di Salò, Mario Borelli, direttore generale della Asl di Mantova e dal consigliere regionale Ennio Moretti".  I fatti secondo la Rizzo sono andati così: "C'è stato un momento in cui Maroni e i suoi si sono messi a parlare di chi avrebbero voluto e dovuto liberarsi. Ogni colonnello avrà indicato qualcuno: hanno stilato una lista nera nella quale siamo finiti io, Marco Reguzzoni, Rosi Mauro e altri. Guarda caso tutti leghisti a pane e Bossi". Insomma hanno trovato il modo per far fuori il leader storico della Lega. Ma la Rizzi avverte: "Abbandonare la base e cacciare in malo modo decide di militanti che ora sono nemici: così Maroni non va lontano".

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