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Che orribile mondo il "Fatto" di Travaglio: anche Mineo va all'inferno

Facci e Travaglio

Pesino il giornalista e candidato Pd da condannare per essere amico dell'impresentabile Vladimiro Crisafulli

Andrea Tempestini
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  di Filippo Facci Che brutto mondo quello del Fatto Quotidiano, diosanto. Il Vernacoliere delle procure è giunto a scaraventare nell'inferno dei cattivi, ieri, persino il giornalista e candidato Pd Corradino Mineo, colpevole di essere rimasto amico dell'«impresentabile» Vladimiro Crisafulli (escluso dalle liste Pd perché indagato) anziché, come vorrebbe Travaglio, «evitare di frequentare un simile soggetto e di elogiarlo in pubblico». Cioè: Mineo dovrebbe elogiarlo in privato, anzi, dovrebbe non vedere mai più Crisafulli: accade nel brutto mondo del Fatto Quotidiano. Travaglio arriva addirittura a scusarsi per aver aderito, in passato, ad appelli Usigrai in difesa di Mineo, «che passava per vittima di non si sa bene quali censure». Non lo sapeva bene, ma intanto Travaglio aderiva. Così come aderisce d'ufficio, ora, alle richieste d'arresto per cinque parlamentari sinora protetti dall'immunità: a metà marzo arriveranno le manette, che bello. Cioè: sono tutte richieste di custodia cautelare, dunque di carcere preventivo, qualcosa che non avrebbe più senso - dopo anni - perlomeno in relazione ai pericoli di fuga e inquinamento delle prove che le avevano motivate. Ma fa niente: questi dettagli, al Fatto, non importano. Neanche agli altri giornali, a dirla tutta. Figurarsi agli altri parlamentari. Il problema, infatti, non è che cinque parlamentari lasceranno il Parlamento, ma che non ne hanno mai avuto uno.  

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