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Fornero a Radio 24: "Contro di me attacchi sessisti da Libero, il Giornale e il Fatto"

La quasi ex ministro del Welfare: "Certa stampa ha avuto malanimo, il fatto di essere donna ha inciso"

Giulio Bucchi
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"Attacchi sessisti". Così la quasi ex ministro del Welfare Elsa Fornero, intervistata da Nove in punto a Radio 24, ha definito le critiche ricevute da tre giornali in particolare: Libero, il Giornale e il Fatto Quotidiano. "Essere donna ha inciso su come sono stata trattata", ha sottolineato Elsa, senza fare troppa autocritica sui disastri combinati con le sue riforme, dramma-esodati in testa.  Fornero a Radio24: guarda il video su LiberoTv "Malanimo dalla stampa" - Si parla di 8 marzo, festa delle donne e "quote rosa" in politica, e quando il conduttore Simone Spetia le chiede se il fatto di essere donna abbia inciso su come è stata trattata, la Fornero risponde secca: "Su questo dico un sì deciso, perché in quelli che praticano il malanimo c'è anche vigliaccheria, che è l'atteggiamento di chi se la prende di più con quelli anche solo considerati più deboli". Su quali basi si definisca "più debole", non si sa. Anzi, per molti mesi la Fornero è stata definita il ministro più potente (nonchè in vista) del governo Monti... Volano parole grosse, addirittura mobbing. Elsa, amareggiata, cita gli attacchi che le donne subiscono "quando si dice che una donna è in una certa posizione perché ha fatto favori ad un uomo". "Sessismo" e "malanimo", dunque: da Libero, il Giornale "e perché il Fatto Quotidiano no?". Sempre in tv - Insomma, critiche per prevenzione e pregiudizio, non basate su fatti concreti, autogol, dichiarazioni improvvide, pasticci. "I miei colleghi all'Estero - ribatte la Fornero - mi dicono sempre: è questione di tempo, poi capiranno e ti apprezzeranno. Non è che sia una grande consolazione. io capisco l'impazienza delle persone, capisco che quando le persone soffrono vogliono avere soluzioni immediate, non soluzioni che dicono adesso soffri ma domani starai bene. Questo lo capisco. Ma c'è anche qualcuno che alimenta veramente il malanimo e le divisioni e questo credo che sia profondamente contrario a quello di cui questo Paese ha bisogno, un comportamento che dovrebbe favorire la crescita economica, ma anche la crescita civile e morale". Questione di sesso, però. Solo di quello. Nel frattempo, proprio in qualità di ministro (donna), l'8 marzo Elsa imperversa in tv e radio, tra ospitate e interviste. Giustissimo. E sarebbe altrettanto giusto se da ex ministro, il prossimo 1 maggio, volesse sacrificare il suo "ponte" per spiegare agli italiani il frutto presente e futuro della riforma del lavoro da lei messa a punto.  

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