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Fango sul confessore della Lario, collega si finge velina per sedurlo e...

Il vicedirettore di Repubblica Sarebbe stato vittima di un atroce scherzo da parte di un ex collaboratore

Lucia Esposito
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Il vicedirettore di Repubblica Dario-Cresto Dina, gran moralizzatore e fustigatore di Berlusconi, il giornalista a cui Veronica Lario ha consegnato la sua ormai storica intervista in cui di fatto annunciava il divozio dal Cavaliere,  sarebbe rimasto vittima di un atroce scherzo. Su di lui colate di fango da parte di un ex collaboratore di Repubblica e del gruppo Espresso, il critico letterario Gian Paolo Serino che confessa di avergli teso una trappola.  Il trappolone - Serino scrive - la notizia è riportata da Dagospia - di essersi spacciato per la velina diciannovenne Costanza Caracciolo e di aver mandato dei messaggi ai giornalisti di Repubblica. "Il mio corteggiatore più accanito e spregiudicato è stato Dario Cresto-Dina, integerrimo vicedirettore sessantenne che alla finta Costanza ha mandato messaggi e mail di ogni genere". Serino riporta il contenuto dei messaggi stessi dicendo di averne altri che non sono pubblicabili. Il metodo sbagliato  L'autore dello scherzaccio si dice consapevole che il suo comportamento non è stato deontologicamente corretto ma - si domanda - "quanti giornalisti di Repubblica lo hanno fatto?". Poi spiega:  "Io ho solo messo a frutto la lezione: con l'aggravante che mai mi sarei aspettato che i Soloni contro l'uso del corpo delle fonne, 60 enni che dovrebbero aver raggiunto la pace dei sensi, ammiccassero a quasi minorenni, a veline ree in pubblico di sfruttare il corpo delle donne, ma in privato oggetto di ogni ammiccamento". Si spinge oltre Serino che chiedendo addirittura le dimissioni del vicedirettore. Insomma, fa la morale. All'inizio dell'articolo Serino racconta i suoi primi passi a Repubblica, da giovane cronista e cita l'episodio in cui lo stesso Cresto-Dina bocciò la sua proposta di un indedito di Claudio Magris, collaboratore del Corriere. E lo stesso Cresto-Dina gli avrebbe risposto: "Ma dopo loro (in via Solferino, ndr) cosa dicono?". Ci si chiede: perché lo ha fatto? L'autore dello scherzo sostiene di aver fatto tutto ciò per dimostrare che anche "l'inetgerrimo" Cresto-Dina è sensibile alla bellezza femminile, anche se si tratta di giovani che hanno quarant'anni meno di lui.  La replica La precisazione del vicedirettore arriva a strettissimo giro sempre su Dagospia: "Serino si spaccia per una ragazza della tv. Io ricevo le sue mail e intuisco che si tratta di qualcosa di strano, prima penso a uno scherzo poi a una trappola. Voglio capire", scive il vicedirettoe che aggiunge: "E per riuscirci sto al gioco e rispondo a tono, vorrei scoprire di chi si tratta veramente e qual è lo scopo. Il gioco dura a lungo, alla fine trovo l'Alias. È Serino, un ex collaboratore milanese di "Repubblica". Volevo vedere fin dove riusciva ad arrivare, l'ho scoperto adesso"    

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