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Del Debbio: "A Quinta Colonna, do i politici in pasto alla gente. E sogno il Papa"

Paolo Del Debbio

Su Rete4 si rivede una delle sorprese della scorsa stagione: "Trattiamo i guai del Paese. E se avessi Francesco in studio..."

Giulio Bucchi
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Dopo il successo ottenuto nella scorsa stagione - 7.1 per cento lo share medio - Paolo Del Debbio è tornato ieri sera su Rete 4 con Quinta Colonna, il quotidiano. Il programma d'informazione condotto da Del Debbio è il punto di riferimento degli spettatori di Mediaset e anche i vertici del Biscione puntano molto sul format. «Ci aveva creduto Claudio Brachino e anche il nuovo direttore di Videonews Mario Giordano è pronto a scommettere sulla buona riuscita della trasmissione», spiega il conduttore. Mix perfetto di Quinta Colonna sono i problemi della gente comune e la politica. Del Debbio ha spiegato a Libero quale sarà la chiave di lettura delle tematiche legate all'attualità e allo stesso tempo che novità ci saranno. A farla da padrone a Quinta Colonna saranno sempre le esigenze del cittadino comune e le risposte che la classe dirigente italiana riesce a dare? «Esattamente, l'occhio è sempre puntato su quello che accade nel nostro Paese. È quello che maggiormente ci interessa. La politica c'è solo perché è necessaria per dare risposte concrete alla gente». Quali saranno le novità più importanti? «Sia per quanto riguarda l'appuntamento settimanale che quello quotidiano la novità è una: porteremo i politici in piazza. A diretto contatto con la gente». È difficile fare informazione oggi? «No, l'importante è crearsi una propria identità, diversificare il prodotto perché di programmi d'informazione ce ne sono tanti in giro. È come al mercato delle mele, tra tanti frutti uguali bisogna offrirne uno che sia diverso e migliore». Qual è il segreto del successo di Quinta Colonna? «La sua formula appunto. E poi la squadra che lavora al mio fianco senza risparmiarsi mai e con grande professionalità. È un gruppo esiguo ma efficiente che crede molto in quello che fa: dall'ideatrice del programma Raffella Regoli, ai giornalisti, fino al direttore generale dell'informazione di Mediaset Mauro Crippa». Cosa c'è di suo nel programma?  «Non ho difficoltà a confrontarmi con la gente comune e allo stesso tempo con i politici. Mi sono allenato nel bar in Toscana dove andavo spesso da ragazzo. È stata una grande scuola». Il titolo della puntata di ieri sera è «Reggerà il governo?». Qual è il suo parere personale? «Difficile a dirsi. Il problema è: se cade questo governo si andrà alle elezioni? Secondo me no, arriverà un altro governo. Allora che senso ha?» Fare informazione a Mediaset è più difficile che farla in altre reti? «Mi sta chiedendo se Berlusconi vuole interferire con Quinta Colonna? No. È stato ospite tre volte, ha detto quello che voleva dire, come fanno tutti. Non credo che qualcuno possa dire di non aver parlato liberamente da noi. Abbiamo sempre avuto un parterre di ospiti variegato e nessuno ci ha mai fatto le pulci. Io lavoro bene qui». Se le proponessero di andare in Rai oppure a La7? «Andrei a fare i documentari alla BBC ma non li fanno più». Ieri sera ha avuto come ospite Daniela Santaché. È difficile gestire un personaggio simile? «Ma no. Daniela Santanché è una persona squisita ed è sempre un piacere averla. Poi io faccio informazione non battaglia politica nel mio programma». Qual è l'ospite che più vorrebbe in studio? «Papa Francesco, perché è un personaggio interessante. Mi piacerebbe capire che visione ha della Chiesa e dove vuole portarla. Tra l'altro andrebbe benissimo per il mio programma perché quando lui parla lo capiscono tutti». Oltre a Quinta Colonna, la rete ha in serbo dell'altro per lei? «No per carità. Basta e avanza». Lei ha fatto anche Mattino Cinque. Le manca quel genere di programma? «Mi manca la Panicucci che è un'amica (ride, ndr). Ma diciamo che almeno posso svegliarmi più tardi al mattino». A Mattino Cinque arriva Federico Novella. Cosa pensa di lui? «È un collega giovanissimo che ha un modo elegante di fare informazione e mi pare una persona sensibile e credo sia giusto per il pubblico di quel programma».  di Antonella Luppoli

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