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Un thriller sulle tracce dei re etruschi

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"I delitti del demone etrusco" di Riccardo Cecchelin intreccia passato e presente, archeologia e omicidi: e il misterioso popolo italico diventa protagonista

Giulio Bucchi
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Chi sa cos'è il Fanum Voltumnae? Magari il latino è da un po' che non lo rinfrescate oppure no, non volete più saperne e quindi non volete rispondermi. Tranquilli, perché I delitti del Demone Etrusco di Riccardo Cecchelin (Gruppo Albatros Editore) vi restituirà l'interesse per l'antichità e vi coinvolgerà in una trama che intreccia passato a presente. Un thriller storico che si sviluppa su tre livelli: un archeologo americano sulle tracce del Fanum (luogo sacro nel quale si riunivano i lucumoni, re etruschi) che giunge a Tarquinia convinto di essere ormai arrivato alla fine delle sue ricerche; nella medesima città un esperto di genetica e un etruscologo sono intenti a comparare il Dna rinvenuto in ossa restituite da una necropoli con quello dei cittadini locali, al fine di stabilire una diretta discendenza, un filo diretto tra passato e presente. E il demone? Terzo livello: Tarquinia non fa solo da sfondo a ricerche antropologiche, è anzi teatro di macabri omicidi che seguono una ritualità precisa, quella raffigurata su alcuni sepolcri, tra i quali la Tomba degli Auguri. Una storia avvincente che ad alcuni ricorderà i best sellers di Marco Buticchi Il vento dei demoni e Il respiro del deserto con agenti del Mossad che si muovono tra leggende ancestrali e cospiratori nazisti. Ma Cecchelin vuole andare oltre, scegliendo un argomento insolito, gli Etruschi, popolo tra i più affascinanti e misteriosi dell'antichità. Una scelta particolarissima che tuttavia si mostra decisiva, sia per le conoscenze archeologiche dell'autore, sia per la costruzione di una trama accattivante. Da bravo giornalista Cecchelin imprime al racconto un taglio discorsivo, giornalistico appunto, senza rinunciare all'oggettività e al rigore scientifici nella ricostruzione dello sfondo storico del libro. di Marco Petrelli

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