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La7, Paragone arriva con "La gabbia": "In Rai comanda la politica, io ora sono libero"

Gianluigi Paragone

L'ex conduttore di L'ultima parola, leghista pentito: "A viale Mazzini sono entrato grazie ai politici, poi pensavano di possedere il mio tesserino. Si sbagliavano"

Giulio Bucchi
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"Sono entrato con la politica e con il voto di una certa maggioranza che poi ha pensato bene di avere il cartellino di Paragone. Io ho dimostrato che non è così e allora la politica si è arrogata il diritto di mandarmi via". Comincia con il botto la nuova avventura di Gianluigi Paragone a La7, dove ogni mercoledì alle 21.10 condurrà La gabbia. Lui dalla gabbia, quella della politica e di viale Mazzini, ci è uscito. Ex direttore della Padania, editorialista di Libero, leghista della prima ora folgorato sulla via di Beppe Grillo lascia le paludi della tv pubblica e si rimette in gioco sulla tv di Urbano Cairo, santuario dell'intellighenzia televisiva di sinistra. "Lui rovescia i punti di vista - lo elogia il direttore di rete Paolo Ruffini -, qui c'è pluralismo". "Si riparte da zero - è la scommessa dello stesso Paragone - alla conquista di un nuovo pubblico". "Sono titolare del mio cartellino" - In Rai la politica era "la regola della casa", attacca il giornalista, secondo cui "Gubitosi non può dire che la politica non l'ha influenzato, perché in Rai comanda la politica". Basta polemiche, però: "Sono dispiaciuto per come è andata, ma la vicenda è chiusa. Sono entrato in Rai con la politica ma se ora la politica pensa di essere titolare del mio cartellino, si sbaglia. Ho lasciato un contratto a tempo indeterminato per uno triennale. Voglio vedere in quanti l'avrebbero fatto. Ma ora mi sento più libero". "I politici li faccio soffrire" - Saranno forse meno liberi gli esponenti politici che sfileranno negli studi de La gabbia. Tra una chitarra e una battuta di Paolo Hendel/Carcarlo Pravettoni, infatti, Paragone li aspetterà al varco. In gabbia ci sono i cittadini: imprenditori, lavoratori, giovani e cnquantenni, uomini e donne tutti alle prese con la crisi. La politica è fuori, "a guardarli in cattività: "I politici li metto in piedi, per una volta gli tolgo la sedia. Voglio che siano scomodi mentre danno risposte; almeno un po' devono soffrire".       

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