Marcello Dell'Utri, per i periti del Tribunale di Sorveglianza deve restare in carcere
I periti del Tribunale di sorveglianza di Roma che deciderà in breve tempo se le condizioni di salute di Marcello Dell'Utri gli permettano o meno di restare in carcere, si sono pronunciati per la compatibilità perché la cardiopatia sarebbe stabile e il tumore alla prostata operabile. L'ex senatore del Pdl che sta scontando a Rebibbia la condanna a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa secondo i consulenti della Procura generale (il cardiologo Luciano De Biase e il medico legale Alessandro Fineschi, autori di ben due relazioni) si sono invece espressi per l'incompatibilità tanto da aver indicato una serie di strutture sanitarie (tre a Milano e due a Roma) dove Dell'Utri potrebbe essere trasferito in regime di arresti ospedalieri. Tuttavia, il sostituto procuratore generale Pietro Giordano ha espresso parere negativo alla scarcerazione, ritenendo più convincenti le conclusioni dei periti che quelle dei propri consulenti tecnici. "Speriamo che il tribunale non perda di vista il problema - hanno affermato gli avvocati Alessandro de Federicis e Simona Filippi - e cioè che un uomo di 76 anni, da diverso tempo, sta espiando la sua pena girando per vari reparti ospedalieri per evidenti problemi di natura oncologica e cardiocircolatoria. La detenzione domiciliare o ospedaliera, come hanno valutato i nostri consulenti, è una soluzione più che ragionevole, oltre che umana".