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Rocco Casalino, l'ombra del premier Giuseppe Conte: il potentissimo grillino salvato da Lamberto Sposini

Giulio Bucchi
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La battuta che circola è «l' omo forte al governo». Ma c' è molto di più dietro l' inarrestabile ascesa di Rocco Casalino, neo potente portavoce del premier Giuseppe Conte nonché motore immobile di tutta la truppa pentastellata. Quando le agenzie di stampa hanno riportato l' infelice commento di Casalino sul suo nuovo ufficio a Palazzo Chigi: «La stanza è un po' piccolina per essere quella del portavoce del premier, e l' arredamento è da rimodernare»; be', nessuno stupore. Rocco ha sempre avuto un ego misurabile in millesimi immobiliari, certo molto più del predecessore Filippo Sensi. Nel 2004, Casalino, uscito dalla Casa del Grande Fratello, entrò nel corso di giornalismo della Provincia di Milano. E lì, davanti agli studenti di comunicazione, Rocco, che si esibiva nelle piazze e nelle televendite a 20mila euro al mese, pur non sapendo un tubo di giornalismo - ma per un giornalista è un buon inizio - vaticinò: «Tra dieci anni io sarò il vostro capo». Aveva ragione. Oggi, è l' anima stessa del presidente del Consiglio, il fedelissimo di Davide Casaleggio a Palazzo Chigi, e potenzialmente il vero premier ombra con un occhio su tutti i dossier che contano compresi quelli dei principali ministri a 5 Stelle. Leggi anche: "Venne da me con le pezze al c*** e...", Emilio Fede sputtana Casalino Alcuni ne accostano la politica del sussurro a quella del monaco Rasputin presso i Romanov; altri lo accomunano grazie alla capillare quasi brutale capacità di controllo del partito, ad Alaistair Campbell, portavoce del Labour ai tempi di Blair. Fatto sta che Rocco, oggi, è ancora più potente di un tempo. Oggi può permettersi di presenziare al giuramento del Quirinale col fidanzato cubano, imponendo una nuova etichetta; di cazziare Enrico Mentana che tardava a dare in diretta notizie e foto che egli stesso gli aveva allungato; di plasmare, appunto, la figura del premier Conte costruendone nel discorso d' insediamento - un colpo al cerchio uno alla botte, molto «ma anche» veltroniano - l' immagine del «moderato rivoluzionario» tanto caro a Davide Casaleggio. Rocco oggi può (quasi) tutto. Può anche annacquare la strana notizia di un master inesistente in economia alla Shenandoah University. E può richiedere spudoratamente un alloggio di servizio a Palazzo Chigi (non previsto). E può incidere sui potenti anchorman italiani e sui direttori dei giornali, tenendoli fino all' ultimo sulla corda col trucchetto del blocco delle ospitate o delle interviste di chiunque dei pentastellati - da Di Maio all' ultimo attivista- a seconda dell' umore. Leggi anche: Appena mette piede a Palazzo Chigi, l'assurda richiesta di Casalino Anatemi, trucchetti, sorrisi - Rocco lancia anatemi, benedice con sorrisi silenziosi, smista le domande, intreccia parole, suggestioni, coscienza di ogni militante che Beppe Grillo abbia piazzato sulla Terra. I giornalisti non lo amano, ma lo rispettano, spesso lo temono. Non è sempre stato così. Ce li ricordiamo i suoi giorni post- Gf da ingegnere elettronico, tedesco di nascita e brindisino di sangue, mentre spremeva scandali tv e accantonava denaro alla ricerca d' un punto d' appoggio; come ci ricordiamo i suoi giri estivi tra i tavolini dei caffè di Ceglie Messapica e di Ostuni a chiacchierare di politica e - curiosamente - di impegno civile per il suo Sud, mentre la gente comune gli chiedeva notizie della Bignardi e di Taricone. L' uomo ha svolto un' infernale gavetta giornalistica a Telelombardia (dove, ad ore antelucane, conduceva la storica rassegna stampa sentendo lombardi incazzarsi in diretta) e a Telenorba con Lamberto Sposini, che lo rilanciò come giornalista professionista. Poi circostanze, del tutto casuali, attraverso un video di presentazione preregistrato, lo portarono a tappare le falle del settore comunicazione del M5S, oggi certamente il più efficace del partito. Cambiamento radicale - Oggi Rocco Casalino è cambiato, anche fisicamente. S' è scolpito un fisico da culturista, è orgoglioso di una sessualità che priva teneva ambigua, conosce i meandri della stampa italiana per parte della quale nutre - non a torto - diffidenza ai limiti del disprezzo. Con Gianluigi Paragone ebbe una diatriba che sfociò in querela, ora sono compagni di partito (e le dichiarazioni pubbliche di Gianluigi, in teoria, filtrano da Rocco). Diciamola tutta: Rocco sa fare benissino lo stronzo. Ma è uno bravo. E, tocca ammetterlo, ce l' ha fatta da solo, pur se la concorrenza nel Movimento all' inizio non era da Premio Pulitzer. Rocco è vendicativo, ma mantiene anche le vecchie amicizie. Al punto da richiedere, da Milano, giovani raccomandati dalle scuole, da poter inserire nel nuovo staff presidenziale. Staff di circa 30 professionisti, molti dei quali stratificati da ere geologiche di politica pura. Ha già comunicato ai suoi uffici che tutti i contratti a termine non saranno riconfermati, per lasciare spazio ad esterni di fiducia, presumibilmente dalla Casaleggio Associati. A Rocco, anche se non direttamente, spetterà di consigliare il premier sul taglio dei doppi e tripli stipendi, delle indennità di consiglieri parlamentari e direttori generali che ancora risultano a carico delle presidenza del Consiglio. Boiardi invincibili e assai benestanti che s' annidano nelle pieghe di Palazzo Chigi, pronti all' ennesimo riposizionamento. Il professor Conte, con tutto quel che ha da pensare, potrebbe non accorgersi del problema. In caso contrario avrà sempre un portavoce tignoso che, mentre riarreda la stanzetta con i consigli della mamma, forse glielo infilerà in qualche discorso ufficiale. L' ombra del premier, appunto di Francesco Specchia

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