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Matteo Renzi e Paolo Bonolis, fine tragica: "Tutti e due giunti al capolinea, quella roba...". Grasso spietato

Giulio Bucchi
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Se la politica oggi è spettacolo (e viceversa), quella di Matteo Renzi e Paolo Bonolis è la stroncatura definitiva, roba da "fine carriera". Il critico televisivo del Corriere della Sera Aldo Grasso non è tenero con l'insolita coppia comica della Leopolda: "Ora che Renzi fa parte della scuderia di Lucio Presta, ripeto, ora che Renzi fa parte della scuderia Presta, ora che lo stesso Presta gli ha generosamente prodotto il documentario su Firenze, la modesta partecipazione di Bonolis alla Leopolda assume un profondo significato", premette Grasso, per entrare poi con il bisturi nella carne viva renziana. "C'è l'inversione dei ruoli: Renzi conduttore e Bonolis ospite, quasi a sottolineare il fatto che la non competenza non è solo prerogativa dei nuovi arrivati". "Le battute di Bonolis su Salvini e Di Maio come coppia comica servono solo a gratificare la platea dell'ex stazione ferroviaria, ma sanzionano tristemente il fatto che i due, in termini comunicativi, sono giunti al capolinea". Renzi e Bonolis, conclude Grasso, non sono giudicabili nemmeno per le loro battute ("Ci troveremo in grave imbarazzo", ammette Grasso) anche se una è destinata "a rivoltarsi contro". È la triste gag della offerta del poncho ("Tieni, questo è un poncho degli Intilimani. Così c'hai ancora qualcosa di sinistra").

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