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Silvio Berlusconi tradito dalla figlia Barbara: un'altra velina ingrata

Davide Locano
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Stoltezza o vendetta? Siccome non crediamo che la ragazza, ormai matura, sia una cretina, propendiamo per la seconda ipotesi. Ieri Barbara Berlusconi, figlia di Silvio e Veronica, ha scritto infatti una lettera al Fatto quotidiano. Dieci righe, innocue nei contenuti. Piombo fuso nella sostanza simbolica. Infatti è il segnale di un' alleanza con il nemico giurato del padre. Comincia così: «Gentile direttore». Finisce: «Cordiali saluti». Il resto è un sorso di gazzosa. Marco Travaglio che è furbo come il diavolo ci è saltato su come se fosse un inedito di Dante Alighieri o almeno di Ernest Hemingway. L' ha piazzata in prima pagina con foto a colori dell' autrice. Così, con i maiuscoletti: «L' INTERVENTO. Arabia: non si doveva giocare, ma il mondo non lo salva il pallone. BARBARA BERLUSCONI». Il contenuto della missiva, come si sarà capito dalla genialità eversiva del titolo, sta tutto nella goduria del direttore, il quale esibisce come un trofeo, alla faccia di babbo Silvio, la nuova collaboratrice, che è da intendersi come sodale acquisita negli attacchi al padre. Ci domandiamo: che le ha fatto il papà per meritare un simile tradimento? Questa è un' altra pagina del magico e in fondo tragico mondo di Arcore. Nel 2009, assistemmo alla pugnalata alla schiena, in forma anche allora di lettera, della signora Veronica Lario, mamma di Barbara, su Repubblica. Era il giornale che da circa un ventennio combatteva per conto di De Benedetti la battaglia per spedire in galera il di lei marito. Nell' epistola si fornivano gli elementi contro «il drago» Silvio per una campagna per abbattere il satiro che «frequenta minorenni» e «non sta bene». Com' è noto quell' assalto - risoltosi con l' assoluzione piena in sede giudiziaria - distrusse la reputazione dell' allora premier sul piano internazionale. Un danno incommensurabile. Veronica era offesa per i tradimenti coniugali fin troppo esibiti, o c' era altro? RIVALSA? Ora tocca alla figlia, e visto che Repubblica si è edulcorata contro la famiglia Berlusconi, la primogenita di secondo letto si accorda come la madre dal fiocinatore di turno. Non regala argomenti diretti per infilzare papà Silvio. Il fatto però che il tema della missiva sia, anche se di traverso, il Milan, implicato nella sfida con la Juve per la Supercoppa in Arabia, dove alle donne sarà impedito di vedere la partita in beata confusione coi maschi, lascia pensare a qualche rivalsa sul tema. Che sia imbufalita perché le è stato sottratto il giocattolo rossonero, senza contropartita adeguata? Era stata piazzata lì come vicepresidente, con il tacito patto che ai figli di primo letto Marina e Piersilvio andavano Fininvest e Mondadori, mentre a lei come minimo la squadra di calcio. Che invece è svanita arricchendo Fininvest. Certo, non aveva competenze, ma solo una certa esperienza di fidanzamento con un centravanti brasiliano di scarso futuro. Ma sono affari di famiglia, roba loro. Che però ora si ribelli in pubblico, implica per forza un pubblico commento. E non ci si faccia credere che è una cosa normale. Ma sì. La libertà di stampa è sacra. Ognuno scrive dove gli pare e quel che gli pare. Ovvio. Ma dovrebbe essere abbastanza importante anche il quarto comandamento che da circa tremila anni avverte: «Onora il padre e la madre». Questa legge divina, illustrata da Mosè, imponeva allora ed esige oggi un evidente divieto a far comunella con chi ha dato del delinquente al proprio papà. Per restare al nostro caso, due giorni fa, in un editoriale di elogio a Daniele Luttazzi, ha ricordato con piacere il libro dove, citando inchieste giudiziarie, sosteneva l' accusa a Berlusconi e Dell' Utri di essere stati tra i mandanti delle stragi di mafia. E tu, Barbara gli scrivi? Ingenuità? Ma va'. Non si frequenta chi uccide la reputazione di uno cui si vuol bene, perché equivale ad un avallo, se prima non ci sono scuse e penitenze. Evitando qui il riepilogo della carriera di Travaglio, che ha fatto una quindicina di libri tutti idonei a impiccare per i piedi il Berlusca, ci fermiamo ad alcune delle definizioni del suo eterno nemico proposte sul suo quotidiano o per radio e tivù. 29 marzo 2018. Durante il programma di Rai Radio1 Un Giorno da Pecora, condotto da Giorgio Lauro e Geppi Cucciari. Domanda: «Secondo lei è possibile pensare ad un governo che abbia Berlusconi protagonista?». Travaglio: «Il problema del centrodestra è Berlusconi, che è un criminale, un pregiudicato. Nella sentenza c' è scritto che è un delinquente naturale, lo dice la Cassazione». LA LISTA 13 aprile. Titolo di apertura del Fatto quotidiano: «Il Delinquente umilia Salvini». 14 aprile. Risposta alla querela di Berlusconi per il titolo del giorno prima. «Faccio ammenda. La giusta definizione di B. è infatti delinquente naturale, o meglio: dotato di una "naturale capacità a delinquere"». 13 maggio 2018. Prima pagina: «Ora B. È riabilitato. Delinquente era e delinquente resta». Lo stesso giorno, al Salone del Libro di Torino: «Se il mostro di Firenze è stato riabilitato, questo non vuol dire che non era un mostro. Anche da riabilitato, Berlusconi era e rimane un delinquente». Ed ecco la dura risposta di Barbara alle offese sanguinose al papà: «Gentile direttore, cordiali saluti». Fantastico, anzi, spaventoso. C' è aria da Fratelli Karamazov. C' è una frasetta astuta della dottoressa Berlusconi che precede il delicato commiato a Travaglio: «In questo trovo molta ipocrisia». Ecco, evitiamo l' ipocrisia. Far finta di nulla? Impossibile. Questa famiglia si è posta al centro della vita di tanti. In tutto questo ci dispiace per Silvio, a cui vogliamo più bene di troppi cavalier serventi. di Renato Farina

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