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Imane Fadil, Souad Sbai e il dettaglio agghiacciante: "Pista marocchina, perché e come l'hanno avvelenata"

Giulio Bucchi
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"Imane Fadil sapeva tanto. Probabilmente aveva deciso di fare un passo indietro". E per questo l'hanno uccisa. Souad Sbai, 58 anni, ex deputata del Pdl e presidente dell'Associazione donne marocchine in Italia, aggiusta il tiro dopo il tweet sconcertante sulla morte per avvelenamento della modella marocchina testimone del processo Ruby contro Silvio Berlusconi. "L'hanno uccisa - assicura a Repubblica -. So che, come tante altre bellissime ragazze, frequentava molto la nostra ambasciata. È lì, nel giro dell'alta diplomazia, che devono andare a cercare". Avvelenata "con qualcosa che non è quello che è stato detto in questi giorni. Purtroppo da noi non è una novità, succede spesso". Leggi anche: I primi risultati dell'autopsia. Cos'hanno trovato nel sangue di Imane Fadil La pista marocchina, insomma: "Quella gente non si fa scrupoli. Ti fanno fuori con molto poco, ti fanno bere una cosa che contiene una sostanza particolare, una specie di mercurio, cristallo di acido, inodore, che ti avvelena. Sembra una malattia che ti distrugge gli organi e ti uccide. È successo anche a me". Altra clamorosa bomba: "Nel 2010. hanno tentato di avvelenarmi con cristalli di acido, ho passato l' inferno, mi sono salvata". Il quadro è torbido: "Di ragazze marocchine bellissime, come Ruby, come lei, in questi anni in Italia ne sono arrivate tante ed è facile immaginare a fare cosa. Incontri, filmini, ricatti. Non è successo solo a Berlusconi. Lui è conosciuto e la sua storia è venuta fuori ma di persone di alto livello ne sono state ricattate e minacciate tante. Probabilmente Imane si era tirata indietro, era diventata un problema e l'hanno eliminata. Ma non c'è solo lei".

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