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Imane Fadil, cosa non torna: "Una settimana dopo che è morta...". Inquietante in Procura

Giulio Bucchi
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C'è qualcosa che non torna nella terribile morte di Imane Fadil, e non sono solo le cause misteriose del suo presunto "avvelenamento" da sostanze radioattive. Come suggerisce anche il Corriere della Sera, c'è una sospetta discrepanza sulla data in cui scatta l'inchiesta per omicidio della modella marocchina, testimone nel processo Ruby contro Silvio Berlusconi. "Secondo un comunicato stampa dell'Humanitas,(la clinica di Rozzano dov'è stata ricoverata e poi è deceduta, ndr) la Polizia giudiziaria viene allertata, eseguendo procedure standard, appena si fanno strada i timori di un possibile avvelenamento. Leggi anche: "Nessuno si avvicini al corpo". Cosa c'è dietro l'agghiacciante diktat della Procura Ma il procuratore della Repubblica Francesco Greco ha invece dichiarato che la Procura è stata informata della morte "dal difensore di Imane Fadil, una settimana dopo il decesso". Questo possibile ritardo nelle comunicazioni ha causato il mancato interrogatorio dell'agonizzante Imane. Tra l'altro, l'inchiesta è affidata ai pm Tiziana Siciliano e Luca Gaglio, gli stessi che rappresentano l'accusa contro Berlusconi nel processo Ruby ter.

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