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Marco Travaglio, aberrante editoriale: "Chi c'è dietro la morte di Imane Fadil". Fa il nome: Silvio Berlusconi

Giulio Bucchi
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C'è Silvio Berlusconi dietro la morte di Imane Fadil. La tesi, aberrante, la suggerisce Marco Travaglio nel suo editoriale sul Fatto quotidiano, ammantandola di "inquietanti precedenti" e "strane coincidenze" e "indizi che sommati fanno una prova". Insomma, tutto il miglior repertorio dei manettari d'Italia, specie se anti-Cav. Leggi anche: Imane Fadil e il piano perfetto. Renato Farina: "Così colpiranno Berlusconi" Come antipasto propone il parallelo sugli assassini di Giacomo Matteotti e di Mino Pecorelli, che "probabilmente" né Benito Mussolini né Giulio Andreotti ordinarono. E nonostante lo stesso Travaglio ammette che "sicuramente Silvio Berlusconi non ha ordinato il probabile avvelenamento di Imane Fadil" e che altresì "tutto poteva augurarsi, fuorché la morte di una teste-chiave del processo Ruby-ter", il direttore procede per la sua strada, pericolosissima. "Nessuno può escludere che c'entrino i vari ambienti criminali che lo circondano da quasi mezzo secolo, da Cosa Nostra alla massoneria deviata, dal sottobosco dell'eterna Tangentopoli ai gigli di campo di Putin. Cioè che qualcuno abbia voluto fargli un favore non richiesto, o lanciargli un messaggio avvelenato per ricattarlo, o sputtanarlo, o ricordargli qualche promessa non mantenuta". E per convincere lo sgomento lettore giù l'elenco delle "terrificanti coincidenze toccate a una ventina di personaggi che sapevano troppo o gli davano noia o nominavano il suo nome invano", a cominciare da Maurizio Costanzo sfuggito a un attentato nel 1993.

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