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Che tempo che fa, la missione suicida di Fabio Fazio: a cosa mira dopo l'intervista a Jean-Claude Juncker

Davide Locano
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Ormai non è più «solo» televisione quella che produce Fabio Fazio. Le interviste del conduttore di Che tempo che fa con i leder europei, dopo il presidente francese Macron ieri è toccato a Juncker, sono i tasselli della sua personale campagna elettorale, tarata sul «Viva l' Europa». «La crescita in Italia è in ritardo rispetto a quella europea da 20 anni a questa parte ma dire che è un rischio» per l' economia mondiale come ha fatto il Fondo moneteraio internazionale», sostiene un soporifero Jean-Claude Juncker presidente della Commissione Ue, «è un' esagerazione, malgrado il debito pubblico sia preoccupante». Ma visto che un solo schiaffo solo non basta, ecco arrivare il secondo. «Crediamo che la crescita dell' Italia arriverà solo allo 0,2%, cioè zero», afferma Juncker, «il che vuol dire che i problemi dell' Italia continueranno a crescere». E poi il resto del rosario contro l' Italia brutta, sporca e cattiva. «L' Europa deve diventare più sociale», dice il presidente della commissione, spiegando tuttavia di essere «contrario agli Stati uniti d' Europa perché gli europei non lo vogliono. Gli italiani vogliono continuare a essere italiani, i fiamminghi fiamminghi. Non ci sarà mai». Modesta, ma inevitabile, concessione al sovranismo. Mentre boccia senza riserve Orban: «Io sono contrario ad ogni forma di xenofobia, porta alla guerra». Leggi anche: Gioco della torre, chi butti giù tra Fazio e Juncker? Niente sconti, invece, sul tema dell' immigrazione. «L' Italia ha potuto avvantaggiarsi della solidarietà europea che in termini finanziari» è stata «di 1 miliardo», dice Juncker, «la nostra solidarietà per l' Italia è totale». Infine l' avviso ai naviganti, ovvero il premier Conte e il capo dello Stato Mattarella che oggi riceveranno Juncker: «La Tav va fatta». «La Ue concede circa 888 milioni di euro per cofinanziare il progetto della Torino-Lione. Sono stati già impegnati alcuni crediti e io desidererei che la Tav si facesse». Infine Juncker si è detto «favorevole» alla via della Seta. E comunque «Viva L'italia». di Enrico Paoli

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