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Claudio Brachino, violentissimo attacco a Pd e M5s: "Ci pensi Mattarella, questa non è più democrazia"

Giulio Bucchi
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"Stiamo entrando nell'era della non-democrazia, o democrazia formale". È durissimo Claudio Brachino, nel suo intervento sul Giornale. Il direttore di Videonews, tra i volti più noti di Mediaset definisce con amarezza le elezioni "ormai una concessione, un'eccezione, forse una populistica liturgia da guardare con sospetto". "È vero che Mattarella - spiega ancora Brachino a proposito del Capo dello Stato - secondo la Costituzione deve verificare se esistono maggioranze parlamentari credibili prima di richiamare i cittadini italiani alle urne. Ma è anche vero che queste maggioranze non devono essere accrocchi, pardon inciuci, di meri numeri, poltrone, nomine, paure incrociate". Esattamente quello che sembra accadere in queste ore tra Pd e M5s, protagonisti di "acrobazie di conservazione e resuscitazione". Ci troveremmo di fronte a maggioranze parlamentari senza "sostanza democratica". Perché, è bene ricordarlo, il 4 marzo 2018 dalle urne uscì una maggioranza di centrodestra senza però i numeri per governare. Piccolo dettaglio aggiuntivo: "In questi mesi il sentiment popolare si è espresso con le Regionali, tutte vinte dal centrodestra, con le Europee vinte dalla Lega che poi nei sondaggi ha toccato punte del 39 per cento". Effetto inevitabile dei giochi di palazzo: "Se io cittadino voto e ho la sensazione di non poter cambiare la realtà o di non poter dare un giudizio su chi mi ha governato, allora la macchina democratica va in frantumi. Dunque come cittadino non esisto, non ci sono, non valgo, non conto. Ci pensi, Mattarella".

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