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Enzo Cheli: "Il referendum elettorale di Matteo Salvini non si farà. Anche se la Consulta dicesse sì"

Cristina Agostini
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"Il referendum non si farà". Secondo il costituzionalista Enzo Cheli, ex giudice e vice presidente della Consulta, esperto di sistemi elettorali, la richiesta di otto Regioni guidate dal centrodestra per abrogare la parte proporzionale del Rosatellum sarà bocciata: "E' molto difficile che il quesito referendario possa superare il giudizio di ammissibilità della Consulta. Ma anche se questo dovesse accadere, sono pressoché certo che per l'intreccio istituzionale che si va delineando il referendum non si farà", dice in una intervista a La Stampa.     "Se il referendum fosse accolto", spiega Cheli, "il Rosatellum diventerebbe immediatamente inoperante perché andrebbero ridefiniti come uninominali gli attuali collegi plurinominali. E per questo ci vuole una legge". Roberto Calderoli, in realtà, dice che il governo ha già una delega recente per farlo ma secondo il giurista "questa delega è stata concessa con una legge varata dalla precedente maggioranza per modificare i collegi dopo la riduzione del numero dei parlamentari e non riguarda il Rosatellum. È comunque sicuro che la delega non potrà essere messa in atto prima della decisione della Consulta che pertanto il prossimo gennaio si troverà davanti a collegi non ancora riformati". Leggi anche: Calderoli minaccia: "Siamo pronti a usare i forconi". La mossa esplosiva, mai più "un Mattarella" al Colle In ogni caso, conclude, "anche se la Consulta dovesse farlo per l'intreccio istituzionale che si va configurando il referendum non si potrà fare" perché "quando, a ottobre, verrà varato il taglio del numero di deputati e senatori la struttura del Parlamento cambierà e di conseguenza sarà necessario varare una nuova legge elettorale di cui già si parla. Che si ispirerà inevitabilmente, per sua natura, a principi diversi e avrà contenuti normativi differenti dal Rosatellum. E questo impedirà che si possa operare un trasferimento del quesito referendario dal Rosatellum alla nuova legge elettorale. La strada, quindi, del referendum, ancorché ammesso, resterà di fatto bloccata".

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