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Rai, Monica Maggioni intervista Assad senza dirlo: disastro Viale Mazzini, caso diplomatico con la Siria

Cristina Agostini
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Lo scoop Rai dell'intervista a Bashar al Assad? A meno di colpi di scena, stasera potrebbe andare in onda sulla tivù... siriana. È diventato un giallo - con annesso cortocircuito diplomatico, aziendale, sindacale e, ovviamente, politico - il caso del colloquio fra Monica Maggioni, ad di RaiCom, e il capo di Stato alawita: previsto e concordato, almeno secondo il governo siriano, il 2 dicembre, ma mai andato in onda sulla nostra tv pubblica. La notizia nella notizia è che potrebbe finire con la beffa: ossia con la Rai "bruciata" sulla propria intervista dai network siriani stanchi dei rinvii di viale Mazzini. Che cosa è successo, dunque? Tutto nasce dall'ultimatum giunto dalla Siria secondo cui l'intervista realizzata il 26 novembre sarebbe dovuta andare in onda lunedì scorso in contemporanea su RaiNews24 e sui media locali. A quanto trapelato, l'intervista - seppur non concordata con nessuna rete - è finita sulla scrivania di RaiNews24, del Tg1 e anche di Rai3 (con l'interessamento di Lucia Annunziata). A un certo punto, però, tutto sarebbe stato messo nel cassetto di sicurezza, d'intesa tra i direttori e l'amministratore delegato Rai Maurizio Salini. Il motivo? Ci arriviamo. A questo punto, infatti, è intervenuto il comunicato del governo di Assad secondo il quale se l'intervista «non andrà in onda entro domani (oggi, ndr), sarà comunque trasmessa dalle tv nazionali di Damasco alle 9». Leggi anche: Rai, Monica Maggioni e il mistero sull'intervista ad Assad: "RaiNews non ha mai dato l'ok" Uno smacco ma anche un potenziale incidente diplomatico per l'azienda. I responsabili? Il nodo è intricato. Di certo vi è la forte irritazione del presidente della Rai, Marcello Foa, il quale - emerge dalle ricostruzioni - non era a conoscenza né del viaggio della Maggioni né delle scelte di Salini. Perciò, poiché è sua la responsabilità delle relazioni internazionali, chiederà spiegazioni sulla vicenda già oggi e formalmente nel cda di domani. Dopo le prime indiscrezioni sulla mancata messa in onda, in mattinata era arrivata la nota di Salini: «L' ntervista al presidente siriano Bashar al Assad, realizzata dalla Maggioni, non è stata effettuata su commissione di alcuna testata Rai - si legge -. Pertanto non poteva venire concordata a priori una data di messa in onda». Se ne deduce che Salini sapesse del viaggio dell'ex direttore Rai in Medio Oriente, ma non si spiega in che veste la Maggioni (che aveva già incontrato Assad nel 2013) si sia recata a Damasco, a maggior ragione senza aver concordato il colloquio con alcuna testata. Proprio questa domanda, a quanto pare, ha bloccato la messa in onda. Il punto, infatti, è chi ha posto la questione: il sindacato interno Usigrai. Pasticcio interno o no, le reazioni politiche non sono mancate. Per Forza Italia, con Giorgio Mulè, è lo «specchio di un'azienda allo sbando». Daniela Santanchè è di FdI parla di «censura». Per la Lega, ha attaccato Alessandro Morelli, si tratta infine di «dilettanti allo sbaraglio che rischiano di far saltare difficili equilibri». Il governo siriano da parte sua legge il tutto come «un ulteriore esempio dei tentativi occidentali di nascondere la verità sulla situazione in Siria». Anche se stasera potrebbe togliersi la soddisfazione di raccontarcela dalla sua tivù: per giunta con i sottotitoli in italiano... di Antonio Rapisarda

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