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Massimo D'Alema al Fatto: "La Lega non è fascista ma Salvini certamente sì. Cosa deve fare il Pd col M5s"

Giulio Bucchi
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"La Lega non è fascista, ma Matteo Salvini certamente sì". Parola di Massimo D'Alema: la "nuova sinistra" riparte da qui, ed è tutto un programma. Il Baffino, intervistato dal Fatto quotidiano, riflette a modo suo sui postumi delle regionali in Emilia Romagna, con riflessi a livello nazionale nei rapporti tra Pd e M5s.  Leggi anche: "Io l'avevo detto, ecco cos'è Salvini". Gruber più rossa che mai, Carofiglio balla sul leghista L'ex premier mette in guardia dalla tentazione di "liquidare i 5 Stelle", tramortiti al risultato elettorale sotto il 5% in Emilia e dalla batosta in Calabria e squassati dalla mancanza di leadership interna. Anzi, spiega D'Alema, proprio questa per il Pd è una occasione da non perdere: l'unico obiettivo deve essere "un'alleanza tra il centrosinistra e il M5s" perché "il Pd da solo contro tutti farebbe nascere solamente un bipolarismo zoppo". "Non c'è alternativa, altrimenti si consegna il Paese a Salvini", è l'appello di D'Alema al Fatto. Un ritorno al passato, altro che alternanza. La sua convinzione è che "la distinzione destra-sinistra sia più che mai vitale, anche come battaglia per un nuovo tipo di sviluppo ecosostenibile e per una società più umana". Ma senza Salvini, s'intende. 

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