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Otto e Mezzo, Lilli Gruber perde colpi: un grave segnale per La7

Lilli Gruber, Otto e Mezzo

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Quando si pensa a Lilli Gruber, classe 1957 anche se per i numerosi ritocchi estetici sembra una donna di quarant' anni, è facile il rimando ad una giornalista brava, di piglio, che non sopporta le persone di centrodestra ma ammira tanto quelli che stanno a sinistra. Nel suo Otto e mezzo, talk show in onda dal lunedì al sabato su La7, si respira un' aria da salotto tv di una certa parte politica, che negli ultimi anni non ne ha azzeccata una, probabilmente anche per colpa di questi programmi e di ospiti che puzzano di vecchio. Dopo venti anni di grandi vittorie di Berlusconi, i buonisti e fans del politicamente corretto televisivo non hanno ancora capito niente, visto che è anche grazie a loro se la sinistra non riesce a vincere uno straccio di elezione.

SPIRITO POST COMUNISTA
Lilli Gruber, quando invita persone come Berlusconi, Salvini o qualsiasi altro esponente di centrodestra, sembra essere posseduta da uno spirito post-comunista, diventa denigratoria, faziosa, accanita, talvolta stravolge fatti, non rendendosi conto di essere a tratti surreale; il picco, lo raggiunge quando ha ospite la Meloni, che oggettivamente vede come fumo negli occhi, gli occhi le si incattiviscono, il viso è teso e la bocca ancora più in evidenza a mostrare protagonismo.

Lo spettacolo è godurioso perché in questo caso non si scontrano una donna e un uomo, dove spesso è il secondo ad assecondare la prima, ma due donne con un carattere forte, tenace, che non le mandano a dire, dirette, con valori distantissimi, la Gruber una vipera rossa e la Meloni una ducetta nera; qui, la partecipante al Gruppo Bildemberg in qualità di «Editor-in-Chief and Anchor Otto e mezzo, La7 tv» dà il meglio di sé, vomitando sulla Meloni rabbia, fatti del passato che ricorda solo lei, fascismi vari, accuse infondate e tutto ciò che può dire una donna visibilmente in difficoltà quando non ha "cani" addomesticati a dovere che le scodinzolano intorno.

Gli ascolti, in confronto all' anno scorso, sono in caduta, sintomo del fatto che, oltre al pubblico di centrodestra, la rossa Lilli ha rotto le scatole anche a quello di sinistra, stanco di sentire le stesse cose e vedere gli stessi ospiti; che la Gruber sia di parte è un fatto assodatissimo, ma pensiamo se lo stesso contenitore fosse presentato da una donna di destra con lo stesso piglio: apriti cielo, spalancati terra, abbasso la destra, la cultura sta a sinistra, odio immane sui social e il progetto chiuderebbe tempo zero.

DONNA FORTUNATA
​​​​​​Protetta dal Bildemberg, dall' agente Caschetto, probabilmente dal buon Mentana che sulla rete mette bocca e dall' editore Cairo per i buoni ascolti, Lilli Gruber è sì una giornalista di razza ma anche una donna molto fortunata, che ha la rara opportunità di comandare e dirigere come vuole.
Lunga vita a Otto e mezzo che, nonostante tutto, rappresenta una voce libera seppur faziosa, ma se persone della stessa pasta della Gruber, quali Lerner e Santoro, sono state fatte fuori dallo stesso pubblico che per anni li ha osannati, un motivo ci sarà. È indiscutibile che programmi della stessa rete come Propaganda Live, Piazza Pulita e solo in parte Di Martedì, cioè con fortissima matrice a sinistra, perdano tutti punti di share e ascolto, in favore di talk politici magari più urlati ma sicuramente politicamente scorretti, quindi giusti, democratici e liberi. Da qui, Cairo, editore di La7, che da Berlusconi ha imparato basi e fondamenta della tv italiana, dovrebbe fare una profonda riflessione su programmi, giornalisti, conduttori e ospiti; visti i conti economici della rete, è il caso di scrivere che il troppo stroppia, gli ascolti se ne vanno e gli investitori scappano: è la dura legge della tv.

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