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Papa Francesco, l'assurda beatificazione di Fabio Fazio per le sue lezioncine sui migranti

Gianluca Veneziani
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Dal Vangelo secondo Fazio. Non avrai altro dio all'infuori del Migrante. Ricordati di pagare le tasse. Onora Greta e tutti gli ecologisti. Alla prossima omelia del mattino Papa Francesco esordirà così, citando come massima auctoritas, suo riferimento sacro e intellettuale non san Giovanni, san Luca, san Marco o san Matteo, ma san Fabio Fazio. Il pontefice che i primi giorni ha snobbato l' emergenza coronavirus e poi ha cercato di rimediare in corso, in senso letterale, visto che domenica scorsa è sceso in via del Corso a Roma per andare a pregare, ora ci esorta a seguire non la Parola di Dio ma la Parola di Fabio.

Intervistato da Repubblica, e stavolta non da Eugenio Scalfari, con tutto il relativo beneficio di invenzione, ma dal vaticanista Paolo Rodari, Francesco riconosce entusiasta: «Mi ha molto colpito l' articolo scritto su Repubblica da Fabio Fazio sulle cose che sta imparando da questi giorni. Mi hanno colpito tanti passaggi, ma in generale il fatto che i nostri comportamenti influiscono sempre sulla vita degli altri». Attenzione, ora non sono più i credenti a citare il Papa come sommo riferimento e voce di Verità, ma si sono capovolti i ruoli: è il Papa a citare un fedele tra gli altri, un cattolico comune e verosimilmente comunista come Fazio. Uno scadimento per Bergoglio, passato dal Papa laico Scalfari al pretino spogliato, come qualcuno lo chiama, don Fazio. Che su Twitter ringrazia il pontefice come farebbe un fan col suo idolo: «Sono travolto dall' emozione. Dovrò cercare di meritarmi questo onore e questa responsabilità».

La cosa più interessante, o più inquietante a seconda dei punti di vista, è che Bergoglio spiega anche perché il conduttore possa essere luce di ispirazione per gli italiani in questo momento difficile. Fazio, spiega il Papa, «ha ragione quando dice: «È diventato evidente che chi non paga le tasse non commette solo un reato ma un delitto: se mancano posti letto e respiratori è anche colpa sua». Questa cosa mi ha molto colpito». Questa cosa, in realtà, l' aveva già detta un paio di millenni fa uno appena più importante di Fazio, un certo Gesù Cristo quando esortava «Date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è Dio», invitando i cittadini a pagare le tasse e mettendo le basi per quello che oggi chiamiamo Stato laico.

Ma forse il Papa non lo sa, o forse ha fatto finta di dimenticarsene, perché era suo interesse lodare il guru dei buonisti, colui che la domenica sera celebra la sua "messa" politicamente corretta ora che le messe vere non ci sono più.

Mondo parallelo - D' altronde, se il Papa reputa Fazio un punto di riferimento, deve trovare condivisibili anche tutte le altre dichiarazioni fatte dal conduttore in quel suo intervento sul giornale. A cominciare dall' idea che «i confini non esistono» e che «è meglio che i porti siano aperti». E questo nonostante la realtà ci dica esattamente il contrario: se c' è una cosa che questa emergenza ha dimostrato, è che i confini sono necessari, servono a tutelarci da ulteriori contagi, a partire dal confine più elementare, quello delle mura di casa, per arrivare ai confini tra regione e regione e tra Paese e Paese.

Ma Fazio deve vivere in un mondo parallelo, forse lo stesso in cui vive Francesco. Chissà che allora non si ritrovino presto negli studi di Che tempo che fa, scambiandosi le parti: già ci immaginiamo il conduttore, alias Papa Fabio I, mentre spiega a Bergoglio i rudimenti del cristianesimo, lo confessa, lo assolve e gli impartisce infine la benedizione.

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