Altro che "equivoco", Marco Travaglio aveva provato a gettare acqua sul fuoco della polemica tra Alfonso Bonafede e Nino Di Matteo per la mancata assegnazione al pm antimafia della poltrona da capo del Dap, ma ci pensa Marco Lillo, spalla del direttore e firma di punta del Fatto quotidiano a cambiare clamorosamente le carte in tavola. E a smentire categoricamente Travaglio.
Alfonso Bonafede dipinto come una sorta di "eroe": la prima pagina del Fatto Quotidiano di Travaglio
Nella polemica tra Alfonso Bonafede e Nino Di Matteo, il Fatto quotidiano si è schierato con il ministro grillino...Come sottolinea perfidamente Dagospia, Lillo lascia intendere chiaramente cosa abbia portato il ministro della Giustizia Bonafede, nel 2018, a privilegiare Basentini (oggi dimessosi) a Di Matteo: "Meno esperto di 41-bis e mafia, però ha altre qualità rispetto a Di Matteo. Per esempio è amico di Leonardo Pucci, assistente volontario di Giuseppe Conte a Firenze dal 2002 al 2009. nonché amico di Bonafede dai tempi dell' università. Pucci e Basentini si conoscono a Potenza nel 2014 e sono entrambi membri della corrente Unicost, come il capogabinetto di Bonafede: Fulvio Baldi. Gli uomini scelti da Bonafede sono questi. Il resto sono chiacchiere". Insomma prima gli amici di Conte e Bonafede, come Basentini, che quelli di Travaglio come Di Matteo.