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Bruno Vespa, il commento sulla ripresa: "Conte si sbrighi, l'Europa molli. Altrimenti dovremo moltiplicare i camion che trasportano bare"

Bruno Vespa

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Scenari tragici, quelli tratteggiati da Bruno Vespa nel suo consueto commento del sabato sul Quotidiano Nazionale. Si parte dagli Stati Generali di Giuseppe Conte, paragonati da Vincenzo De Luca al Concilio di Nicea. Paragone ripreso dal conduttore di Porta a Porta per esprimere quanto segue: "È auspicabile che - dopo il seminario teologico di Villa Pamphilj - la maggioranza smetta di filosofare e vada subito al punto". Insomma, fate qualcosa e fatelo in fretta. Vespa, poi, mettere nero su bianco il suo sospetto: "Speriamo di sbagliarci, ma abbiamo la sensazione ce si vogliano rinviare alla legge autunnale di bilancio e comunque a non prima di settembre le scelte fondamentali in grado di cambiare il Paese".

 

Quindi Vespa ricorda come al vertice di Bruxelles di venerdì "si è dovuto prendere atto che ci sono ancora resistenze da parte dei paesi virtuosi sulla quantità di soldi che ci spettano sul Recovery Fund e che in ogni caso questi soldi non ci arriveranno prima dell'anno prossimo. Sarebbero invece subito disponibili i 37 miliardi del Mes ma sui è ancora indecisi se prenderli o no". E dopo queste premesse, Bruno Vespa ricorre a un'immagine durissima. E ricorda "che se non ci saranno immediatamente misure che abbattano il Muro di Berlino dei divieti e di sostegno reale all'economia spendendo subito il già tanto che si può spendere, a settembre dovremo moltiplicare i camion dell'esercito che portarono fuori da Bergamo le bare in eccesso per celebrare un funerale di massa. Il bollettino del Covid ancora ieri era buono, quello della terapia intensiva sociale è drammatico. Tutto qui", conclude prospettando un futuro drammatico per il nostro Paese.

 

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