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Alberto Zangrillo sul coronavirus: "Essere contagiati non significa essere malati". Ed è subito polemica: "Una bestemmia"

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Alberto Zangrillo torna a far parlare di sè. Ospite a In Onda, il programma di La7 condotto da Luca Telese e David Parenzo, il direttore della Terapia intensiva del San Raffaele di Milano parla di coronavirus. Le notizie relative ai contagi degli ultimi giorni sono “la conferma di quello che ho detto il 28 aprile, quando appena usciti dalla fase più drammatica dell’epidemia dissi che dovevamo imparare a convivere col virus. Essere contagiati non significa essere malati”. Apriti cielo. Una frase che ha mandato in tilt i social: "Quindi, secondo il suo ragionamento, ricovererebbe nel suo reparto pazienti covid asintomatici accanto a pazienti non covid? Se la risposta è si, è un criminale. Se la risposta è no, si è appena autosmentito", scrive un utente per poi fare spazio a un altro commento, quello di Nino Cartabellotta: "Questa affermazione in ottica di sanità pubblica è una grande bestemmia caro Zangrillo", tuona il medico e presidente della Fondazione GIMBE.

 

 

Ma Zangrillo nel salotto di La7 prosegue: “Fa bene il governo ad adottare con le regioni tutte le norme per cercare di identificare precocemente i contagiati. Non dobbiamo però confondere il contagiato con il malato. Il contagiato ha un’evidenza sierologica per cui è venuto a contatto con un virus e nel 99% dei casi non manifesta una sintomatologia clinica. Ci sono appuntamenti che potrebbero creare disagio e preoccupazione, come la riapertura delle scuole, ma non dobbiamo creare confusione: essere contagiati non significa essere malati, non ha alcun significato dal punto di vista clinico-sanitario”. 

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