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Alberto Zangrillo e Berlusconi "morto a marzo", il suo presidente Vergallo: "Un azzardo scientifico"

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"Se Silvio Berlusconi avrebbe preso il coronavirus a marzo, sarebbe morto". Alberto Zangrillo ha sconvolto tutti, giovedì sera, a Piazzapulia. Anche Alessandro Vergallo, presidente di Aaroi-Emac, l'associazione nazionale degli anestesisti rianimatori ospedalieri di cui fa parte anche il professore del San Raffaele che ha in cura il Cav.

 

 

 

Secondo Vergallo, intervistato da Repubblica, il virus "resta letale ma si muore meno", merito di "diagnosi precoci e terapia mirate" dopo 6 mesi di (drammatica) esperienza. Sbagliato invee dire che il coronavirus sia "indebolito": "Non abbiamo alcun dato che ci consenta di affermare scientificamente che sia più debole. Non c'è alcuna differenza tra i casi clinici che ricoveriamo adesso e quelli di marzo. Il calo degli accessi in rianimazione non è dovuto a un indebolimento del coronavirus". E Berlusconi? "Fare una prognosi retrospettiva mi sembra un po' un azzardo dal punto di vista scientifico". Lapidario.

 

 

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