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Alberto Zangrillo, il coronavirus e i tecnici: "Io escluso dal Cts? Quando ci si allontana da Roma è difficile"

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Nel giro di pochi giorni i due pazienti illustri di Alberto Zangrillo hanno vinto la loro personale battaglia con il coronavirus. Flavio Briatore si è negativizzato ed è tornato a Montecarlo dopo aver lasciato casa di Daniela Santanché, dove l’imprenditore ha trascorso la quarantena. Oggi Silvio Berlusconi è stato dimesso dall’ospedale San Raffaele di Milano dopo undici giorni di ricovero: “Anche stavolta l’ho scampata bella - ha commentato l’ex premier - grazie per essere qui, è stata la prova più pericolosa della mia vita. La condivisione che ho sentito attorno a me mi ha consentito di superare i momenti più difficili”.

 

A L’aria che tira su La7 è intervenuto Zangrillo, che ha assicurato che attualmente al coronavirus non si salvano solo pazienti illustri come Briatore e Berlusconi: “Alla platea di genitori dico che questo virus è più aggredibile, a questo dovrebbero credere tutti. Bisogna prendere in carico tutti i possibili malati del futuro”. Il medico del Cav ha anche parlato della possibilità di accorciare i quattordici giorni di quarantena: “Nessuno ha idee chiare, nemmeno i francesi. Se riuscissimo a diminuire il periodo di quarantena sarebbe utile a tutti, esistono dati di persone che non si sono negativizzate a distanza di mesi”. E sulla sua assenza nel Comitato tecnico scientifico: “Ho un ottimo rapporto con Sileri e con molti membri del Cts ma quando ci si allontana da Roma, ed è un’obiettività scientifica, è difficile farne parte. Però è importante che il Cts ci ascolti”. 

 

 

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