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Daniela Martani e Andrea Romano, rissa in strada: "Ha minacciato di morte mia figlia, la querelo"

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Caos, urla e rissa in strada. A vedersela brutta è stato, come riporta iltempo.it, Andrea Romano, il deputato-prezzemolino del Pd. Il punto è che quest'ultimo si è imbattuto nella nazi-vegana Daniela Martani, anti-Covid convinta. A raccontare il tutto è stata proprio la Martani, sui social, dove ha spiegato di averlo incontrato e di averlo attaccato in modo frontale: "Siete maledetti, state rovinando il paese, vergognatevi", gli ha urlato. E ancora, aggiunge la Martani: "Lui mi si è fatto sotto come una furia voleva chiamare i Carabinieri, quando mi sono allontanata mi ha inseguito, strattonato e minacciato: Sei fortunata che non sei un uomo, avrebbe urlato lui stando al racconto della Martani. Insomma, quasi-rissa. 

 

Di seguito, il racconto di quanto accaduto scritto da Andrea Romano su Facebook:

“Maledetti! Dovete morire, maledetti. Non vi perdoneremo mai. Dovete morire male”. Queste le frasi urlate ripetutamente contro di me e mia figlia mentre ci trovavamo a pochi passi da casa, ieri sera a Roma, da una signora che credevo una signora qualunque (non era cosí, ma lo vedremo poche righe sotto). Per me poco male: in quasi otto anni di attività parlamentare mi è capitato solo due o tre volte di essere apostrofato per strada: e tutte le volte ad opera di persone evidentemente disturbate, che non ho preso troppo sul serio per il chiaro stato di squilibrio nel quale si trovavano.

Questa volta era con me mia figlia Nina, 9 anni. Che ha vissuto come un pericolo reale la minaccia di morte che quella signora ci stava rivolgendo e che è scoppiata a piangere in strada e proprio davanti a lei.

Ho fatto notare alla signora che se non è consentito minacciare di morte nessuno, è tanto piú inaccettabile minacciare di morte qualcuno mentre cammina con sua figlia piccola; che stava spaventando Nina; che se non avesse interrotto subito le contumelie e le minacce avrei chiamato la polizia. Niente da fare. Ha continuato a urlare, senza alcuna pietà per una bambina in lacrime e in un fortissimo stato di agitazione che è poi proseguito per tutta la sera e la notte.

 

Questa mattina scopro che quella signora ha rivendicato con orgoglio, sui social e alla radio, quella che definisce “una contestazione politica”. Non so cosa mi abbia contestato di preciso, se non l’esistenza in vita mia e di mia figlia. Ma so che mia figlia ne è stata tremendamente spaventata, e che neanche il suo pianto spaventato e disperato ha frenato quel delirio di violenza verbale. Cosí come so che episodi di questo genere non possono essere lasciati correre, se non al prezzo di considerare la barbarie come una condizione naturale.

Oggi ho presentato denuncia penale alla Questura di Roma contro Daniela Martani, la signora autrice del “gesto dimostrativo” da lei stessa rivendicato sui social. Non mi interessa la sua ricerca di visibilità e le motivazioni per le quali ritiene che lei o altri possano augurarsi la morte di un genitore e di sua figlia, anche se quel genitore si trova provvisoriamente a svolgere il ruolo di parlamentare. Mi interessa che atti di violenza come questo non passino sotto silenzio, che mia figlia non debba patire ulteriori conseguenze per la funzione pubblica di suo padre, che il confine tra la vita reale e il cabaret mediatico a cui tutti noi partecipiamo non sia travolto da chi pensa che si tratti solo di un circo dove triturare tutto e tutti. Buon Natale.

 

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