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Myrta Merlino a L'aria che tira su Mario Draghi: "Forse il Quirinale?", il premier con vista sul Colle

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Oggi, martedì 9 febbraio, altro giorno di consultazioni. Il governo di Mario Draghi si farà, questo ormai è fuori di dubbio. Restano però da decidere le caselle, ovvero i ministri, e resta da decidere il programma (sul perimetro, al contrario, non ci dovrebbero essere grossissimi dubbi). Insomma, i nodi da sciogliere sono tutt'altro che residuali o di secondo piano. E a quanto sta accadendo, Myrta Merlino dedica ovviamente il suo commento all'apertura della puntata de L'aria che tira, il programma in onda su La7, dove non si limita a ragionare su quanto sta accadendo ora, hic et nunc, ma anche a quello che sarà, con vista su quel Quirinale che Sergio Mattarella lascerà nel 2022.

"Siamo al 15esimo giorno della crisi di governo. Oggi alle consultazioni è il giorno dei big. Un po' di loro parleranno e molti ascolteranno - premette la Merlino . Pd e Leu si lamenteranno un po' della presenza della Lega e chiederanno delle garanzie. Ma la Lega ci sta in ogni caso. E per fugare i dubbi a Roma dirà sì a Mario Draghi e subito dopo a Bruxelles dirà sì al Recovery Plan. Il M5s invece non dirà nulla perché deve aspettare il voto degli iscritti su Rousseau", rimarca la conduttrice ricordando come i grillini siano appesi all'ennesimo voto-farsa sulla piattaforma Rousseau. 

Draghi, uomo paziente, ascolterà tutti e poi spiegherà che cosa vuole fare lui - riprende la Merlino -: riforma del fisco, della giustizia, della pubblica amministrazione, lavoro, sanità, con un occhio alla scuola per recuperare il tempo perduto. Insomma gli scettici diranno vasto programma (la Merlino lo dice in tedesco, ndr), ma anche i meno prevenuti noteranno che sono riforme di cui si parla da decenni. Vedremo se Draghi farà il miracolo: le riforme le vogliono tutti ma non tutti alla stessa maniera. Di sicuro non si realizzano in sei mesi e, forse, nemmeno in un anno". 

Dunque, sorniona, la Merlino conclude: "Più che un programma quella di Draghi sembrerà un'eredità, da custodire oggi a Palazzo Chigi e da custodire domani in un altro palazzo: forse il Quirinale?". Già, possibile. Probabile. Da più parti viene infatti avanzata l'ipotesi che la discesa in campo di Draghi, con conseguente "ascesa" a Palazzo Chigi, sia stata stabilita proprio nell'ottica di eleggerlo al Colle più alto, quando il Parlamento sarà chiamato a farlo. Nome perfetto, nel caso, quello dell'ex presidente della Bce, l'uomo che potrebbe riuscire a tenere tutti insieme (Giorgia Meloni e Fratelli d'Italia esclusi).

Myrta Merlino e l'ipotesi Draghi al Quirinale: ecco il video

  

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