Danilo Toninelli che commenta il discorso di Mario Draghi sembra tanto l’inizio di una barzelletta, invece è tutto vero. In collegamento con Myrta Merlino a L’aria che tira, il senatore del M5s si mette in imbarazzo da solo a tempo record, sostenendo l’incredibile: ovvero che l’applauso più forte in Senato ci sia stato quando Draghi ha ringraziato il suo predecessore Giuseppe Conte. Toninelli è uno degli “orfani contiani” e ovviamente ha glissato sui fischi e sui ‘buu’ che sono piovuti all’indirizzo dell’ex presidente del Consiglio.
Poi l’ex ministro ha dato spettacolo su come intende muoversi contro Draghi senza però rischiare di essere espulso dal Movimento, senza il quale sarebbe un perfetto signor nessuno: “Io parto con la sfiducia, sono tra quelli che ha votato no alla consultazione su Rousseau”. “Quindi voterà la fiducia a Draghi oppure no?”, gli hanno chiesto dallo studio. “Per forza - ha risposto Toninelli - altrimenti mi metto fuori dal M5s, devo rispettare la spina dorsale del Movimento e la democrazia diretta, io sono stato in minoranza”.
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Non è affatto passata inosservata la disposizione dei posti della nuova squadra di governo formata da Mario Dragh...Poi l’ex ministro è partito nella sua crociata contro Draghi: “Nella sua storia rappresenta una straordinaria carriera al fianco dei potenti della terra, adesso vediamo se si schiererà al fianco degli italiani. Oggi diamo la fiducia, ma domani ce ne sarà un’altra, dopodomani un’altra ancora. Valuteremo emendamento per emendamento, ma se per caso dovesse passare quello sulla prescrizione sarebbe già finita la fiducia”.