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Open Arms, Luca Palamara sul pm che vuole Salvini a processo: "Francesco Lo Voi non aveva i titoli, ma..."

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La Procura di Palermo ha chiesto per Matteo Salvini il rinvio a giudizio. Il caso è quello della Open Arms e risale all'agosto del 2019 quando il numero uno del Carroccio negò lo sbarco a Lampedusa di 147 migranti soccorsi in mare dalla nave della ong spagnola. A prendere la decisione il pm Francesco Lo Voi, un nome che ad Alessandro Sallusti non suona nuovo. "Va bene - premette nel suo editoriale sulle colonne del Giornale -, facciamo finta che Luca Palamara non abbia raccontato che cosa è successo in quell'estate dentro la magistratura per andare a colpire la Lega".

 

 

Nella premessa il direttore del quotidiano vuole far finta "di non vedere che la giustizia è nelle mani di una banda di sciagurati che purtroppo fanno capo (spero a sua insaputa) al presidente Mattarella in quanto capo del Csm che, come tale, almeno formalmente, dovrebbe avallare le loro decisioni". Tutto questo però non frena Sallusti dallo svelare all'Italia intera da che "pulpito arriva la richiesta di rinviare a giudizio Salvini per un presunto reato politico".

 

 

A spiegarlo meglio l'ex membro del Consiglio superiore della magistratura, ormai passato alla ribalta per lo scandalo nomine. Ecco, proprio Palamara nel libro che ha scritto Sallusti rivela: "Mi convoca il procuratore di Roma Pignatone e a sorpresa mi dice: Si va su Lo Voi?. Rimango sorpreso, è il candidato con meno titoli tra quelli in corsa, ma sono uomo di mondo, mi adeguo e studio la pratica. È un'impresa difficile, l'uomo era distaccato fuori sede, all'Eurogest. Ricordo la trattativa come una delle più difficili della vita, faccio un doppio gioco e la vinco: Lo Voi va a Palermo e, dopo il giusto ricorso di un suo avversario, io e Pignatone organizziamo una cena con il magistrato che dovrà decidere sul ricorso che...". E ancora: "Un ingenuo membro del Csm il giorno della nomina di Lo Voi disse davanti a tutti: Lo Voi non aveva i titoli, oggi ho capito che cosa è il potere". Da qui un'amara conclusione, questa volta del giornalista: "Ecco, la politica oggi si fa giudicare da un uomo così, abbassa la testa, non apre commissioni di inchiesta sulla magistratura, tace impaurita".

 

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