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Augusto Minzolini a L'aria che tira: "Perché Mario Draghi è costretto a chiudere", l'eredità mortale di Giuseppe Conte

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Mario Draghi è al governo da poco tempo, ma non sono pochi i nodi da sciogliere: le questioni rimaste irrisolte dall'esecutivo precedente rischiano di rallentare l'operato del nuovo premier. La pensa così Augusto Minzolini che, ospite de L'Aria che tira su La7, ha spiegato: "C’è un problema di fondo. Io non darei a Draghi, che è al governo da un mese e mezzo, le responsabilità che arrivano da molto prima". Secondo lui, quindi, il presidente del Consiglio non andrebbe colpevolizzato. O almeno non subito, visto che è appena entrato a Palazzo Chigi.

 

 

 

"Oggi perché si chiude? Non tanto per i contagi, ma per evitare la saturazione delle terapie intensive negli ospedali. Lo scorso governo i bandi per le terapie intensive li ha fatti i primi di ottobre, troppo tardi. Non so quanto ci vuole per metterle in piedi.  Su questo governo purtroppo ricade un’eredità pesante e devi veramente avere una faccia di bronzo per poterlo ancora difendere": questo il ragionamento del giornalista del Giornale.

 

 

 

Minzolini, poi, ha fatto un esempio che aiuta a capire la differenza tra questo governo e quello precedente: "Ci voleva Giorgetti per immaginare che forse dovevamo coinvolgere aziende italiane nella possibilità di produrre vaccini in Italia? L’unica cosa che ha fatto il governo precedente, a una settimana dalla sua caduta, è dire: forse i magistrati hanno la priorità per il vaccino". Minzolini ha parlato, insomma, di "meccanismi un po’ perversi nella gestione precedente dell’emergenza". Poi ha aggiunto: "Queste cose qui non si risolvono da un mese all’altro, soprattutto se parti in ritardo. Noi sconteremo per un periodo una fase di impreparazione che ha determinate responsabilità. Che però non possono essere quelle di chi è arrivato al governo da un mese e mezzo".

 

 

 

 

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