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Guido Crosetto contro Roberto Burioni: "Siamo al regime", come annichilisce il virologo

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"Il canale youtube di byoblu è stato oscurato, cancellato. Si può detestare byoblu. Si può essere schifati da ciò che pubblica byoblu. Ma nessuno è obbligato a guardarlo. Oltre 500.000 persone erano iscritte. Per lui era il lavoro. Da 14 anni. Siamo al regime?" scrive Guido Crosetto in un tweet lanciato nella serata di ieri, poco dopo l'ennesimo schiaffo della piattaforma di video condivisione al mezzo d'informazione byoblu. Sin dall'inizio della pandemia, il canale di Claudio Messora ha subito un blocco dopo l'altro da parte Youtube. Lo scorso maggio, in seguito ad un servizio che riprendeva uno studio inglese pubblicato sul British Medical Journal che riportava alcune perplessità sul vaccino americano Pfizer, il canale era stato limitato per una settimana.

 

 

 

 

Secondo Messora, all'epoca si trattava di una mossa propedeutica prima della sospensione definitiva del canale. Sospensione confermata a quasi un anno di distanza e che ora sembra essere irreversibile una volta per tutte. L'esempio Byoblu dimostra quanto sia difficile fare informazione alternativa, che non vada incontro alla linea dettata dai mass-media, ma che cerchi di riportare notizie da un altro punto di vista. Il fondatore di Byoblu però non ci sta: il direttore della testata (regolarmente registrata in tribunale) ha annunciato una raccolta fondi per lanciare un canale televisivo d'informazione che andrà in onda sul digitale terrestre. Tuttavia, la domanda sorge spontanea: quali sono i limiti della libertà d'espressione, e chi li decide? 

 

 

 

Sotto il tweet di Crosetto spunta anche un commento del "virologo showman" Roberto Burioni: "Onorevole, rientra nella libertà di opinione la possibilità di gridare "al fuoco!" in un teatro affollato? Secondo me (e secondo la corte suprema USA, sentenza del 1919) no. È quello che fa da sempre Byoblu". Particolare come proprio Burioni, che a inizio pandemia ha comportato una sottovalutazione assoluta del virus in Italia, si preoccupi oggi di chi grida "al fuoco!". Non si è fatta attendere la risposta di Crosetto, che ha replicato: "Non ha urlato al fuoco in un teatro. Rappresenta tesi minoritarie? Da spazio a persone di cui lei non condivide nulla? Da spazio a persone che dicono il contrario del mainstream? Da voce a chi non ne trova da altre parti? Si. Si deve ascoltare? No. Poterlo dire però è libertà".

 

 

 

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