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Open arms, Alessandro Sallusti: "Nemmeno Draghi e la Cartabia cambieranno la giustizia, hanno altri obiettivi"

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La vicenda di Matteo Salvini che dovrà andare a processo per Open arms "dimostra che in questo Paese la giustizia non è un fatto oggettivo ma una opinione del singolo magistrato, meglio sarebbe dire della sua formazione culturale e del suo orientamento politico", attacca Alessandro Sallusti nel suo editoriale su Il Giornale. "Ciò che non è reato a Catania è reato a Palermo, come se fossimo in due Stati diversi con due legislazioni diverse. La certezza del diritto dalle nostre parti è una chimera, soprattutto quando di mezzo ci sono politici, come dimostra anche l'accanimento su Silvio Berlusconi".

 

 

E, allora, prosegue Sallusti, "viene da chiedersi se non sia giunto il momento che il Parlamento metta mano a una riforma della giustizia che ripristini i fondamentali della democrazia, che non può essere ostaggio e in balia delle opinioni personali dei magistrati. Onestamente non credo che il premier Draghi e la ministra della Giustizia Cartabia abbiano questa intenzione. I loro obiettivi sono altri e affrontare un braccio di ferro con la magistratura mi sembra essere al di fuori dei loro pensieri e convenienze. Sbagliano, perché va bene il Covid e la crisi economica, ma curare il cancro della malagiustizia è una urgenza non più rinviabile".

 

 

Quindi Sallusti suona la sveglia al centrodestra: "In questo senso le continue lamentele di Lega e Forza Italia non sono più accettabili, parliamo di due partiti di maggioranza che hanno la possibilità di porre il problema non sui giornali ma nelle sedi decisionali. Per cui o passano all'azione o la smettano di lamentarsi, come fanno da circa vent' anni, di un problema che dipende solo da loro".

 

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